Primarie, Grillo sceglie i parlamentari. E il Pd potrebbe ispirarsi

Ormai, la moda più in voga in Italia non è quella del calcetto il martedì sera, come recita una ricorrente pubblicità, ma le elezioni primarie.

Ora anche Grillo e il suo MoVimento 5 Stelle hanno intavolato le loro consultazioni – rigorosamente online – per scegliere i futuri rappresentanti a Camera e Senato provenienti dalla rete fondata dal comico genovese.

Se i sondaggi corrisponderanno ai voti futuri, infatti, il MoVimento 5 Stelle porterà in parlamento oltre cento, forse centocinquanta suoi candidati, che indubbiamente rappresenteranno in fatto anagrafico e di curricula un episodio senza precedenti nella storia della politica italiana.

Ma chi sono questi futuri deputati e senatori, che non andranno chiamati “onorevoli”, ma solo “portavoce” secondo il vocabolario che gli stessi adepti della rete grillina hanno inviato alle redazioni giornalistiche?

A detenere le carte in regola per presentare la propria candidatura al futuro Parlamento, sono stati circa in 1400, tutti incensurati e già iscritti al MoVimento in occasione delle passate elezioni comunali o regionali.

Difficile enucleare volti noti al grande pubblico, anche perché, come i diktat della diarchia Grillo-Casaleggio hanno definito, resta valida l’inibizione per gli iscritti alle liste del MoVimento alla partecipazione ai vari talk show televisivi.

Eppure, le due guide dei futuri parlamentari stanno facendo i salti mortali per evitare inquinamenti e frazionismi tra votanti e candidati, di modo che resti vigente il motto “una testa, un voto”, anche se, nel caso, dovrebbe dirsi “un click, un voto”.

Già, perché in pieno stile grillino, le “parlamentarie”, così le ha battezzate il comico, si svolgeranno esclusivamente su internet per i circa 1400 candidati, che rappresentano un parterre ineditamente trasversale di figure della società civile.

Si va dagli operai, alle casalinghe, ai ricercatori, agli studenti, ai disoccupati, agli imprenditori: in questo, il movimento fondato da Grillo è davvero unico, nel poter contare su una base sociale di riferimento che non affonda le radici in categorie o fasce sociali predefinite.

I candidati alle primarie 5 Stelle hanno presentato la propria candidatura tramite video online, diffusi in maniera virale sui principali siti di social media.

Le operazioni di voto sono iniziate lunedì scorso e si chiuderanno giovedì: nella prima mattinata di lunedì, c’è stato qualche intoppo informatico, prontamente risolto nelle prime ore del pomeriggio, quando su Twitter sono comparsi i primi cinguettii di elettori entusiasti per la facilità e la rapidità del metodo di attribuzione della preferenza.

Anche gli elettori, però, sono rigorosamente selezionati, un po’ come accaduto, tra mille polemiche, nel Partito democratico: a poter partecipare a questa consultazione online, sono soltanto gli iscritti al MoVimento 5 Stelle non oltre il 30 settembre scorso.

Pur con tutti gli evidenti paletti in fatto di partecipazione, posti dal’accoppiata Grillo-Casaleggio per evitare un tutt’altro che fantasioso “assalto alla diligenza”, le primarie 5 Stelle sono una fortissima innovazione nel panorama politico italiano, per due motivi.

In primis, è la prima votazione che si svolge interamente in rete, con candidati che usano la webcam invece del palco per i propri “comizi” e gli elettori che si esprimono mediante alcune semplici operazioni telematiche.

In secondo luogo, e più importante, si tratta di una chiamata alle urne 2.0 che riguarda i singoli parlamentari. E qui sta la vera ventata di novità grillina, che segna di fatto una rivoluzione mentre ancora i partiti si accapigliano sulla legge elettorale, da mesi in un vicolo cieco.

Se come sembra, resterà in vigore il Porcellum con le liste bloccate – tutt’altro che inviso a Grillo trattandosi di un sistema proporzionale con premio di maggioranza – altri soggetti potrebbero seguire l’esempio dell’adunata virtuale del MoVimento 5 Stelle: su tutti, proprio il Partito democratico, che vanta, in alcuni suoi esponenti di spicco, tra cui il consigliere regionale lombardo Pippo Civati, diversi sostenitori convinti delle primarie non solo per i leader, ma anche per i singoli candidati nei due rami del parlamento.

Francesco Maltoni

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