Il programma della puppato è forse il più strutturato di tutti, consta di ben 20 punti, molti dei quali concentrati sulla famiglia, l’infanzia e l’istruzione, emerge dunque nitidamente come l’unica candidata premier donna sia una madre attenta più che una politica e un’ imprenditrice. La cultura intesa come scuola, università e ricerca risulta uno dei piloni sui si basano le fondamenta del suo programma “Scriveva Tolstoj che la cultura serve ad apprezzare di più la vita; dobbiamo aggiungere che sostiene positivamente ogni attività sociale e procura enormi quantità di lavoro, ma è un campo su cui abbiamo perso molto terreno, per questo va messo al centro di sforzi importanti”.
Se la scuola sostiene ogni attività sociale sostiene anche il lavoro che rappresenta un argomento dal quale non ci si può sottrarre visto il periodo storico e Laura Puppato è ben consapevole di questo “senza impresa non c’è lavoro e senza lavoro non ci sono lavoratori”. Una politica matura ha il dovere di promuovere l’impresa di qualità; ma negli ultimi dieci anni in Italia è avvenuto esattamente il contrario. Mentre (a partire dal Duemila) l’Europa scommetteva su un’industria innovativa ed ecologica, in Italia le manovre di Tremonti focalizzavano come “nuovo modello di sviluppo” l’edificazione di vecchio stampo: cementificando ovunque con i soldi dei cittadini, in una logica ottusa di acquisizione del consenso che ha prodotto consumo di suolo agricolo e lasciato dietro di sé fabbricati inutilizzati, riduzione del reddito imponibile e dei valori immobiliari”.
La promozione dell’impresa però non deve dare adito a trascurare altri ambiti importanti come il welfare, dunque ad una economia più solida deve corrispondere anche la necessità di potenziare i servizi per il cittadino che non deve essere più l’ultima frontiera da cui attingere soldi. Secondo la Puppato siamo in un periodo per cui i servizi ” perdono così la connotazione di strumenti con cui attuare principi e diritti sanciti dalla Costituzione e diventano merce. La strategia volta a privatizzare il cosiddetto welfare quale strumento per “uscire dalla crisi”, va respinta in quanto destinata a creare i presupposti per una crisi ancora peggiore”.
Di sicuro interesse per il futuro premier Puppato, come si evince da quanto dichiarato sopra, è che il cittadino non deve essere gravato da un regime fiscale che lo prosciughi ma che semplicemente costituisca quella base per garantire i servizi. ” Il 75% del gettito fiscale italiano – dichiara la candidata – proviene dalle imposte pagate da lavoratori dipendenti e pensionati. Viceversa il 10 per cento delle famiglie più facoltose possiede quasi il 45 per cento dell’intera ricchezza nazionale. Basta questo semplice raffronto a far capire quanto sia squilibrato il nostro sistema fiscale“.Dunque equilibrio, maggior equilibrio, che si traduce in equità semplicemente è la parola chiave da unire al sistema fiscale.
Equilibrio che al momento non sembra essere presente nella sanità italiana che secondo la consigliera regionale del Veneto ” era arrivata a essere tra le migliori al mondo, tuttavia presenta gravi squilibri territoriali e consuma risorse con intensità crescente. Eppure non è vero che il sistema sanitario debba essere una spesa improduttiva; anzi, una politica seria della sanità si dovrebbe basare – al contrario – sulla parola d’ordine: health is wealth!”
La serietà, lo spirito di riforma non riguarda solo la sanità ma deve investire altri ambiti fra cui sicuramente quello della giustizia che è senza dubbio una delle priorità di questo programma. Laura Puppato aspira a garantire una giustizia equa e che abbia tempi adeguati, che non si perda in inutili lungaggini “nell’ultimo decennio abbiamo assistito a un indebolimento della Magistratura, con la riduzione di risorse e l’introduzione di leggi volte a impedire la correttezza e la conclusione dei procedimenti giudiziari, riducendo pene e demotivando i giudici.”
Per quanto concerne l’Europa, come tutti gli altri candidati dimostra l’intenzione ferma e decisa di restituire all’Italia un ruolo importante sul piano europeo. “L’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea e alla Zona Euro è un punto fermo e non negoziabile.”– prosegue la Puppato – ” Grazie all’Unione Europea la nostra generazione non ha conosciuto gli orrori della guerra (per questo il recente Premio Nobel per la Pace) ed ha goduto di un periodo di sviluppo economico straordinario, mai visto prima nella storia. La pace è infatti una condizione indispensabile per il benessere dei cittadini”.
Sul piano economico il rilancio deve avvenire seguendo le politiche della green e blue economy, non bisogna alimentare i sistemi di una economia non più all’avanguardia e che sta creando più danni che successi quindi sarà indispensabile rimettere al centro del processo economico l’innovazione e l’ambiente “l’innovazione, da un lato, e la valorizzazione dell’ambiente dall’altro (non solo includendo dunque, ma estendendo, i termini della sua tutela) sono le nuove strade da seguire, tenendo conto che a ogni problema, a ogni soluzione, bisogna guardare in termini strategici, secondo il detto: agisci localmente, pensa globalmente.”
L’economia però non è rilanciata solo da ambiente e innovazione, svolge un ruolo determinante in questo ambito infatti anche il turismo che secondo i recenti dati dell’osservatorio nazionale del Turismo è in calo in questo ultimo periodo. “Per incentivare il turismo è necessario valorizzare molto più intensamente il nostro patrimonio ambientale e artistico. Dalla fruizione della risorsa italiana più preziosa, che tutto il mondo ci invidia, si possono trarre enormi benefici economici e sociali.” Continua poi la consigliera dicendo “è inoltre necessario operare anche sui costi: la situazione di grave crisi economica infatti ha penalizzato molto il turismo nazionale. Ma il settore dovrebbe guardare anche ai paesi emergenti, dall’Estremo Oriente al Sudamerica: un serbatoio enorme di potenziali turisti (andrebbe perciò abolito il visto turistico per l’ingresso dai Paesi BRIC).”
In questo programma non poteva non esserci una menzione, visti anche i recenti fatti di cronaca, sul taglio dei costi della politica “bisogna intervenire a ogni livello del malcostume e rompere le connivenze e le complicità politiche – presenti nei partiti e nelle istituzioni, nel mondo dell’economia e delle imprese – con la criminalità organizzata, rafforzando il sistema delle regole preventive, delle sanzioni, della trasparenza e dei controlli”.
In ultimo affrontiamo il punto dei diritti ma solo per il fatto che per stessa ammissione della Puppato “Il tema dei diritti attraversa questo programma in tutti i suoi punti (Vedi, in particolare, tutte le voci correlate). Ma bisogna aggiungere che, in particolare riguardo all’unione fra le persone e il diritto all’autodeterminazione, la società attuale non può restare legata a paradigmi ottocenteschi. Il giusto riconoscimento di diritti secondo parametri non antistorici fa parte di un rapporto adulto fra lo Stato e i cittadini capace di realizzare una piena democrazia”.
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