Porcellum, la Consulta prepara il colpo di grazia sulla costituzionalità

Redazione 17/05/13
Attualmente, abbiamo un nipote di indubbie capacità politiche che svolge il ruolo di presidente del Consiglio. Come noto, lo zio di Enrico Letta è Gianni, braccio destro storico di Berlusconi e uomo di potere e istituzioni, con entrature privilegiate anche in Vaticano. Ora, la carica all’incapacità della politica arriva da un altro nipote, l’avvocato Aldo Bozzi, omonimo e parente di un personaggio della Resistenza che, negli anni ’80, guidò anche la prima Bicamerale.

Ma cosa porta oggi in vetta alle cronache il 79enne legale milanese, fino a ieri stimato professionista lontano dal dibattito nazionale? Il ricorso che lo presenta come prima di 28 firmatari, accolto dalla Cassazione, che ha rilanciato la patata bollente alla Corte costituzionale. E di un tema roventissimo si tratta, se si considera che l’oggetto dell’esposto di oltre 50 pagine inviato alla Suprema Corte da Bozzi e i suoi sodali riguarda il Porcellum, la legge elettorale più discussa – e mai abrogata – della seconda Repubblica.

In breve, la Cassazione ha disposto per la prima volta che sia la Consulta a pronunciarsi sulla costituzionalità della legge elettorale: una decisione storica, che arriva dopo anni di false partenze sul fronte politico per una riforma compiuta dell’architrave della democrazia.

E il memoriale consegnato da Bozzi è un attacco in piena regola nei confronti della legge Calderoli, dove sono elencati tutti i vizi di costituzionalità palesi che la contraddistinguono.

Per cominciare, la normativa sarebbe in contrasto con l’articolo 48 della Carta fondamentale, che sancisce il voto diretto per i singoli candidati concorrenti, così come nei confronti dell’articolo 56, in cui si riferisce al “suffragio universale diretto”.

Sostanzialmente, la legge attuale, con il premio di maggioranza nazionale alla Camera e 18 premi singoli al Senato, uno per regione, sarebbe garanzia esclusiva di “ingovernabilità”. Del resto, gli esempi non mancano: se si esclude la vittoria schiacciante del centrodestra alle elezioni del 2008, le altre due occasioni in cui il Porcelum è stato utilizzato per la ripartizione dei seggi – 2006 e 2013 – hanno portato a esiti tutt’altro che agevoli sul fronte delle maggioranze parlamentari, con la situazione attuale di un Senato dove nessuno comanda o, in alternativa, di schieramenti sorretti dal voto dei senatori a vita.

“La mia è una ribellione personale – ha spiegato Aldo Bozzi – si tratta di una legge vergognosa, un imbroglio pazzesco, che produce un parlamento di nominati e non di eletti”. Ora, quindi, toccherà alla Consulta dire l’ultima parola, sempre che, nel frattempo, la politica non si risvegli dal torpore degli ultimi anni a torni a fare la sua parte. La posizione della Corte è stata espressa, comunque, in una nota recente del Presidente Franco Gallo, che aveva sollevato forti dubbi sulla costituzionalità del Porcellum. Dunque, resta da vedere se la giustizia anticiperà la politica o se questa, per evitare l’ennesima figuraccia, arriverà finalmente a una riforma, come annunciato, del resto, dallo stesso Enrico Letta nel suo discorso programmatico di inizio mandato.

Redazione

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