Dunque, ora gli interventi del governo si completano di un nuovo tassello, il testo ufficiale delle novità in materia di edilizia, affitti, fisco e locazioni di provenienza pubblica.
Finalità del piano casa 2014, scolpito nel decreto 47 del 28 marzo 2014, è quella di investire nel comparto abitativo quasi 2 miliardi di euro – un miliardo e 741 milioni per esattezza – mediante tre obiettivi specifici: sostenere gli affitti con la formula della cedolare secca, l’allargamento dei vani destinati alla residenza pubblica, e la sua maggiore diffusione sul territorio.
Partendo dagli affitti a canone concordato, possiamo vedere come il governo abbia decretato una dimezzamento del valore della tassa sugli affitti, da qui al 2017: dal 19% iniziale, la cedolare è infatti arrivata a un’imponibile del 10%, con passaggio intermedio dello scorso anno al 15%. La possibilità di accedere ad affitti a canone concordato viene concessa anche a cooperative, Onlus o enti non a scopo di lucro.
Per accedere alle abitazioni in locazione, si convogliano risorse dal Fondo Affitti alla costituzione di uffici territoriali in grado di mediare tra il proprietario e l’affittuario, soprattutto nel caso di ritardo nel pagamento della rata mensile o di danni recati all’immobile.
Come si diceva, però, il vero fulcro del provvedimento pubblicato in Gazzetta sotto il nome di “Misure urgenti per l’emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo 2015” è l’edilizia residenziale pubblica nella varie caratteristiche che questa assume.
In linea generale, viene istituito un Piano di recupero immobili e alloggi edilizia residenziale pubblica da 400 milioni di euro destinati a 12mila alloggi, che andrà ad agevolare la riqualificazione energetica, antisismica o generalmente impiantistica dell’immobile. Quindi, 68 milioni saranno indirizzati al recupero di 2mila e 300 vani per categorie in particolare stato di difficoltà, come le famiglie con reddito sotto i 27mila euro lordi, i portatori di handicap, malati terminali, nuclei con over 65 eccetera.
In aggiunta, nasce il Fondo destinato alla concessione di contributi in conto interessi su finanziamenti per l’acquisto degli alloggi ex IACP; soprattutto, però, chi usufruisce di un alloggio di edilizia residenziale popolare come abitazione principale e appartiene a fasce di reddito particolarmente basse, potrà vedersi riconosciuta una detrazione di 900 euro se il reddito è inferiore a 15.493,71 euro oppure di 450 euro per redditi complessivi sotto i 30.987,41 euro.
Infine, deroga al bonus mobili e la possibilità di riscattare l’alloggio per i residenti che abitino da almeno 7 anni nel locale sottoposto a contratto, con doppia agevolazione su Iva da corrispondere all’acquisrente e rinvio dell’imponibile Ires e Irap alla data del riscatto.
Vai al teso del piano casa 2014
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento