L’INPS si preoccupa di assicurare un sostegno economico ai dipendenti chiamati ad assentarsi dal lavoro per una serie di motivazioni riconosciute dal legislatore come meritevoli di tutela.
Tra le ipotesi (tassative) in cui l’INPS si sostituisce al datore di lavoro, nell’erogare un compenso economico (di norma anticipato in busta paga) per le ore/giorni di assenza del dipendente, ci sono i permessi Legge 104, contemplati dalla Legge 5 febbraio 1992, numero 104 a beneficio di:
- Lavoratori che presentano una minorazione fisica, psichica o sensoriale stabilizzata o progressiva con necessità di sostegno elevato o molto elevato;
- Familiari di persone con disabilità con necessità di sostegno elevato o molto elevato (genitori, coniuge o parte dell’unione civile, convivente di fatto, parenti e affini entro il secondo grado).
Per poter accedere al trattamento economico è tuttavia necessario che l’apposita domanda trasmessa all’INPS sia stata autorizzata dall’Istituto.
Come scoprirlo? Analizziamo la questione in dettaglio.
Consulta la sezione speciale Legge 104
Indice
Permessi Legge 104: come inviare domanda all’INPS
Il lavoratore interessato ad ottenere i permessi in parola è tenuto innanzitutto a trasmettere apposita domanda online all’INPS, collegandosi a “inps.it – Lavoro – Indennità per permessi fruiti dai lavoratori per assistere familiari disabili in situazione di gravità o fruiti dai lavoratori disabili”, in possesso delle credenziali SPID, CIE o CNS.
In alternativa è possibile trasmettere l’istanza:
- Chiamando il Contact center dell’Istituto al numero 803.164 (gratuito da rete fissa) o lo 06.164.164 (da rete mobile);
- Rivolgendosi a Enti di patronato e intermediari dell’Istituto, grazie ai servizi telematici offerti dagli stessi.
La ricevuta di invio della domanda trasmessa all’INPS non autorizza in alcun modo il dipendente a godere dei permessi in parola. A tal proposito è necessario attendere la conclusione dell’istruttoria da parte dell’Istituto e la conseguente comunicazione di accoglimento (o rigetto) dell’istanza.
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Come sapere se i permessi sono stati autorizzati dall’INPS
Trasmessa la domanda di permessi retribuiti all’INPS ai sensi della Legge 104, il soggetto interessato ha la certezza che gli stessi sono stati autorizzati dall’Istituto soltanto nel momento in cui riceve l’apposita lettera di autorizzazione Inps permessi 104.
Quest’ultima, indirizzata tanto al dipendente interessato quanto al datore di lavoro, riporta:
- come oggetto l’accoglimento della richiesta di permessi da parte del lavoratore;
- cognome e nome del soggetto per il quale si fruisce dei permessi;
- la data a partire dalla quale il provvedimento di autorizzazione ha decorrenza;
- la data in cui il provvedimento di autorizzazione cessa di avere effetto, ovvero se l’autorizzazione stessa non ha limiti di validità temporale;
- l’autorizzazione al datore di lavoro di anticipare in busta paga le somme a carico dell’INPS, salvo poi recuperare le stesse in sede di versamento dei contributi all’Istituto con modello F24 con la frase “Per quanto sopra, il datore può effettuare
Con riguardo al primo punto se trattasi di:
- Permessi per il lavoratore con necessità di sostegno elevato o molto elevato l’oggetto riporta “Accoglimento della richiesta di giorni di permesso fruiti dal disabile che lavora (art. 33 comma 6 legge 104/92)”;
- Permessi per i familiari di soggetto con necessità di sostegno elevato o molto elevato nell’oggetto è indicato “Accoglimento della richiesta di giorni di permesso per assistere disabile (art. 33 comma 3 legge 104/92)”.
Da quando sono autorizzati i permessi Legge 104?
All’interno della comunicazione di autorizzazione trasmessa dall’INPS al dipendente e al datore di lavoro è presente la data a partire dalla quale il lavoratore interessato può assentarsi in permesso retribuito: “La validità del presente provvedimento ha decorrenza dal [GG/MM/AAAA]”.
Fino a quando sono autorizzati i permessi?
Nella citata comunicazione INPS è altresì indicata la data di scadenza dell’ autorizzazione al godimento dei permessi retribuiti o, in alternativa, se gli stessi sono concessi a tempo indeterminato.
Ipotesi | Frase indicata nel documento INPS |
Permessi autorizzati sino a una certa data | “La validità del presente provvedimento ha decorrenza dal [GG/MM/AAAA] al [GG/MM/AAAA]” |
Permessi autorizzati a tempo indeterminato | “La validità del presente provvedimento ha decorrenza dal [GG/MM/AAAA] e senza limiti di validità temporale” |
Utilizzo permessi 104 non autorizzati dall’INPS, cosa succede?
Il lavoratore che si assenta in permesso:
- in mancanza di autorizzazione dell’INPS;
- in data antecedente il periodo autorizzato dall’INPS;
- in data successiva quella di fine del periodo autorizzato dall’INPS;
non ha titolo per beneficiare delle somme a carico dell’Istituto.
In tal caso, pertanto, l’assenza dev’essere qualificata in altro modo, ad esempio, a scelta del datore di lavoro (in ragione di quanto previsto dalla contrattazione collettiva o dalla prassi interna) come:
- Ferie (retribuite);
- Permessi (retribuiti) previsti dalla contrattazione collettiva, ad esempio in sostituzione delle festività abolite per legge (cosiddetti permessi ex festività) o per riduzione dell’orario (permessi ROL);
- Assenza ingiustificata (non retribuita).
Da notare che l’assenza ingiustificata del dipendente, quale può ricorrere in caso di fruizione dei permessi INPS non autorizzati, è suscettibile di esporre il lavoratore a responsabilità disciplinare, secondo quanto previsto dall’apposito regolamento interno.
Leggi anche: Permessi 104 fruiti con autorizzazione Inps scaduta: cosa succede?
In base a quanto disposto dal regolamento stesso e dalla gravità (e durata) dell’assenza ingiustificata, previa apposita contestazione disciplinare, il dipendente può conoscere i seguenti provvedimenti:
- Ammonizione scritta;
- Multa, nel limite massimo di quattro ore di retribuzione base;
- Sospensione, dal lavoro e dalla retribuzione per non più di dieci giorni;
- Trasferimento;
- Licenziamento per giusta causa (senza obbligo di preavviso) o per giustificato motivo soggettivo (con obbligo di preavviso a beneficio del dipendente).
Infine, se in busta paga, a fronte della fruizione di permessi non autorizzati, sono state anticipate le somme a carico dell’Istituto, il datore di lavoro è tenuto a:
- Trattenerle al dipendente, in cedolino;
- Versarle all’INPS, con modello F24.
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Foto copertina: istock/Edwin Tan
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