A partire dal 2017, infatti, se tutto verrà confermato, coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto e appartengono ad una categoria svantaggiata potranno andare in pensione con 41 anni di contributi. I lavoratori precoci, però, continuano a chiedere che la quota 41 venga estesa a tutta la categoria.
Che cosa cambierà quindi con il via libero definitivo della Legge di Bilancio? Chi saranno i beneficiari della pensione anticipata?
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Pensioni precoci quota 41: per quali categorie?
Dalle ultime indiscrezioni, anche se bisognerà attendere la pubblicazione della Legge di Stabilità 2017 per avere conferma definitiva, sembra che gli emendamenti alla Manovra (ora in discussione alla Camera) non prevedano un’estensione della quota 41 a tutti i lavoratori precoci.
Almeno per ora, quindi, le richieste delle associazioni di categoria sembrano destinate a rimanere inascoltate: la pensione anticipata per i precoci si limiterà, infatti, ai lavoratori che si trovano in condizioni oggettive di difficoltà.
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Pensioni precoci: di chi si tratta?
L’introduzione della quota 41 per alcune categorie di lavoratori precoci resta comunque un primo step verso il riconoscimento della pensione anticipata per tutti quelli che hanno iniziato a lavorare da molto giovani.
Il nuovo pacchetto di Riforma Pensioni per il 2017 considera “precoci” i cittadini che hanno maturato 12 mesi di contributi prima del compimento del 19esimo anno di età.
Quota 41: le condizioni per beneficiarne
Coloro che potranno ottenere la quota 41 saranno soltanto i lavoratori precoci che si trovano in stato di disoccupazione e non hanno percepito indennità di disoccupazione per almeno 3 mesi (questo ovviamente se la Legge di Bilancio non subirà ulteriori modifiche).
Il lavoratore precoce, in alternativa, può ottenere il beneficio nel caso stia prestando assistenza ad un parente disabile da almeno 6 mesi o viceversa nel caso abbia subito una riduzione della capacità lavorativa superiore al 74%.
Quota 41: cosa si prevede per lavori usuranti o rischiosi
Anche i lavoratori precoci dipendenti che svolgono da almeno 6 anni in via continuativa lavori usuranti o rischiosi possono accedere alla quota 41. Tra questi sono inclusi:
– gli operai del settore edile e dell’industria estrattiva;
– i conciatori di pelle;
– i conduttori di convogli ferroviari;
– gli infermieri e gli ostetrici con lavoro organizzato in turni;
– i professori di scuola dell’infanzia.
Pensione anticipata e Quota 41: va adeguata alla speranza di vita?
In realtà, nei confronti dei lavoratori precoci la pensione anticipata non rimarrà fissa a 41 anni di contributi, ma dovrà essere adeguata al mutamento della speranza di vita calcolata dall’Istat. Quindi si presume che già nel 2019 per uscire in anticipo dal mondo del lavoro gli anni di contributi minimi saliranno a 41 e 4 mesi.
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