Dalla discussione in Commissione Bilancio al Senato, la volontà politica emersa sembra quella di voler posticipare il nodo pensioni alla Camera, quando il provvedimento arriverà a fine novembre. Dovrebbero di conseguenza slittare le proposte sull’anticipo al 2016 dell’innalzamento della “no tax area” per i pensionati e sulla concessione del prestito previdenziale, sostenuta dal Capogruppo Pd al Senato, Giorgio Santini, che punta a concedere a chi perde il lavoro a 5 anni dalla pensione di poterla agganciare mediante un prestito pari a 1,7 volte l’importo dell’assegno sociale (circa 760 euro al mese) da restituire ratealmente una volta percepita la pensione.
Sull’assegnazione del prestito non concorda invece la minoranza Dem che sottolinea la necessità di prevedere misure che consentano globalmente una flessibilità in uscita più ampia. Sui restanti interventi, invece, qualora si dovesse approdare ad un accordo in Commissione, si potrebbe arrivare al traguardo già entro la fine di questa settimana. Al centro dell’attenzione, in particolare, ci sarebbero le correzioni sulla settima salvaguardia per gli esodati, l’estensione della cosiddetta Opzione donna anche alle lavoratrici nate nell’ultimo trimestre del 1958 e infine la cancellazione delle penalizzazioni previste per l’accesso alla pensione anticipata.
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Il nuovo schieramento Nuova Sinistra, costituito dai parlamentari di Sel, alcuni ex membri del Pd e dissidenti del Movimento Cinque Stelle, punta sulla cancellazione dell’attuale legge sulle pensioni per consentire l’accesso alla pensione a 62 anni di età e 35 di contributi, valutando le relative penalizzazioni. A rientrare nel programma di riforma pensioni anche la previsione di un assegno universale per coloro che rimangono senza lavoro.
Sul tema, poi, non si escludono ulteriori alleanze tra il neonato partito alternativo alla politica renziana e il Movimento pentastellato. L’orientamento abbracciato dagli esponenti di Sel è quello di prevedere una revisione totale della questione attinente le pensioni in modo tale da elaborare soluzioni valide per tutti che pongano definitivamente fine alle problematiche ancora irrisolte.
Limitarsi a correggere quelli che da Sel definiscono palesi errori contenuti nell’attuale manovra finanziaria, non soltanto contribuirebbe a fomentare il già diffuso senso di sfiducia, ma incentiverebbe altresì la creazione di disuguaglianze, penalizzando soltanto alcune categorie di lavoratori.
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