Pensioni statali 2025: addio all’obbligo di pensionamento 65 Anni. I nuovi limiti massimi di età

Dal 2025, nella PA si lavorerà fino a 67 anni, allungabili a 70 anni, previo accordo.

Redazione 14/01/25

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto per quest’anno importanti novità in materia di pensioni statali. Dal 1° gennaio 2025, in particolare, è stato abolito l’obbligo di pensionamento a 65 anni per i dipendenti pubblici, innalzando il limite massimo a 67 anni, come per le normali pensioni di vecchiaia, con la possibilità di proseguire fino a 70 anni, previo accordo con l’amministrazione per cui si lavora.

In pratica è stata mandata in soffitta la norma che consentiva ai datori di lavoro pubblici di pensionare d’ufficio i dipendenti, anche prima dei 65 anni, al raggiungimento dei requisiti per la pensione anticipata.

Contestualmente, è stata eliminata la facoltà per le amministrazioni di disporre il pensionamento unilaterale anticipato al raggiungimento dei requisiti contributivi.

Il succo di queste modifiche alle pensioni statali si legge nell’articolo 1, commi 162, 164 e 165 della Manovra di bilancio (legge 30 dicembre 2024, n. 207).

Ecco cosa cambia dal 2025 per i dipendenti pubblici che stanno valutando il pensionamento.

Indice

Cos’è il pensionamento obbligatorio a 65 anni

Prima delle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025, i dipendenti pubblici erano soggetti a un pensionamento obbligatorio al compimento del 65° anno di età, se in possesso dei requisiti contributivi necessari per accedere al trattamento pensionistico anticipato. Limite previsto come misura generale di turnover nel settore pubblico e come strumento per favorire il ricambio generazionale all’interno della Pubblica Amministrazione.

La normativa sulle pensioni statali, vigente fino al 31 dicembre 2024, permetteva comunque ai dipendenti di permanere in servizio fino al raggiungimento del limite massimo ordinamentale per la pensione di vecchiaia, fissato a 67 anni, salvo che per categorie particolari per cui erano previsti limiti diversi. L’amministrazione poteva inoltre decidere, in alcuni casi, di trattenere i dipendenti in servizio anche oltre tale limite, previa autorizzazione.

Pensioni statali: le novità 2025

Come detto, la Legge di Bilancio 2025 ha apportato alcune novità in materia di pensioni per i dipendenti pubblici, modificando il regime anagrafico e i limiti per il pensionamento. Obiettivo cardine è prolungare l’attività lavorativa delle professionalità pubbliche. Da quest’anno sono in vigore 4 importanti novità: dall’abolizione dell’obbligo di pensione a 65 anni fino alla possibilità di continuare a lavorare fino ai 70 anni. Eccole in ordine.

Abolizione dell’obbligo di pensionamento a 65 anni

A partire dal 1° gennaio 2025, non sarà più obbligatorio per i dipendenti pubblici andare in pensione al compimento dei 65 anni, anche se in possesso dei requisiti per il pensionamento anticipato. Questo significa che il lavoratore potrà scegliere di continuare a lavorare fino al raggiungimento del limite anagrafico ordinario per la pensione di vecchiaia.

Aumento del limite massimo di età a 67 anni

Il nuovo limite massimo di permanenza in servizio per i dipendenti pubblici diventa pari a 67 anni, corrispondente al requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia. Questo adeguamento si applica a tutte le categorie di personale salvo specifiche eccezioni previste per settori particolari.

Possibilità di trattenimento in servizio fino a 70 anni

La nuova normativa sulle pensioni statali prevede che, su richiesta del dipendente e previa approvazione dell’amministrazione di appartenenza, sia possibile prolungare la permanenza in servizio fino al compimento del 70° anno di età.

Tuttavia, questa possibilità è soggetta a un vincolo: il numero di dipendenti trattenuti in servizio non può superare il 10% delle facoltà assunzionali autorizzate per l’amministrazione.

Eliminazione della possibilità di pensionamento unilaterale anticipato da parte delle amministrazioni

Con la Manovra 2025 viene abrogata la norma che consentiva alle amministrazioni pubbliche di risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro quando il dipendente raggiungeva i requisiti contributivi per la pensione anticipata.

Leggi qui le altre novità sulle pensioni 2025

I dipendenti coinvolti dalla novità 2025

Le nuove disposizioni sulle pensioni statali 2025 si applicano a tutti i dipendenti pubblici disciplinati dal decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, che comprende:

  • Personale delle amministrazioni statali, inclusi ministeri e agenzie governative;
  • Dipendenti degli enti locali e regionali;
  • Personale del Servizio Sanitario Nazionale;
  • Dipendenti di enti pubblici non economici;
  • Docenti e personale amministrativo delle istituzioni scolastiche e universitarie pubbliche.

Sono escluse dall’applicazione di alcune di queste norme categorie particolari come il personale delle magistrature e degli avvocati e procuratori dello Stato, Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per cui restano in vigore i limiti ordinamentali specifici previsti dalla normativa di settore.

Come funziona il pensionamento dei dipendenti statali 2025

Spiegate le modifiche di quest’anno alle pensioni statali, possiamo ribadire che, per i dipendenti pubblici, il pensionamento ordinario è ora possibile al raggiungimento dei requisiti previsti per la pensione di vecchiaia, che dal 2025 restano fissati a 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati.

La novità principale riguarda la possibilità di continuare a lavorare fino ai 70 anni, a condizione che:

  • l’amministrazione concordi il trattenimento in servizio;
  • il numero di dipendenti trattenuti non superi il limite del 10% delle facoltà assunzionali autorizzate.

Trattenimento in servizio oltre i 67 anni: criteri e limiti

Il trattenimento in servizio fino a 70 anni è una delle novità più significative introdotte dalla nuova normativa. Tuttavia, questa opzione non è automatica, ma soggetta a criteri specifici:

  • richiesta del dipendente. Il dipendente interessato deve presentare una domanda formale di trattenimento in servizio.
  • valutazione dell’amministrazione. L’amministrazione di appartenenza valuta la richiesta in base alle proprie esigenze organizzative e al merito del dipendente.
  • vincolo numerico. Il numero totale di dipendenti trattenuti in servizio non può superare il 10% delle facoltà assunzionali autorizzate per l’anno in corso

Per conoscere le novità sulla Manovra di quest’anno consigliamo l’E-book di FiscoeTasse “Legge di bilancio 2025“.

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