Pensioni e Ottava Salvaguardia: quando vado in pensione? L’Inps risponde

Redazione 25/01/17
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Ottava Salvaguardia: chi ne ha diritto? Come è possibile verificare la propria idoneità? Tutte le informazioni relative all’accesso al trattamento pensionistico destinato agli esodati arrivano ora anche da parte dell’INPS.

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Dopo il Ministero, anche l’Istituto previdenziale dà istruzioni relative all’accertamento del diritto all’ottava salvaguardia per i 30mila 700 lavoratori privi sia di stipendio che di pensione (disciplina contenuta ai commi da 214 a 218 della Legge di Stabilità).

Resta ferma la data di scadenza del 2 marzo 2017.

Ottava Salvaguardia: qual è la procedura di accesso?

Sul sito web dell’INPS infatti, all’interno della finestra “domanda di prestazioni previdenziali”, bisogna approdare sulla sezione “Ratei Maturi”, attraverso le finestre “Pensioni” e “Ricostituzione”. Il percorso è accessibile sia ai contribuenti che direttamente ai patronati.

Quali sono le categorie di lavoratori esodati?

Quindi, tra i vari “Tipi”si seleziona la voce “Salvaguardia legge 232/2016” all’interno della quale bisogna selezionare la categoria di lavoratori esodati a cui si appartiene (Gruppo > Certificazione; Prodotto > Diritto a pensione). Suddette categorie sono quelle dei lavoratori:

  • in mobilità o trattamento speciale edile;
  • autorizzati ai versamenti volontari;
  • autorizzati ai versamenti volontari senza versamenti (accreditati o accreditabili) al 6/12/2011;
  •  cessati entro il 30/06/2012;
  • cessati dopo il 30/06/2012;
  • cessati per risoluzione unilaterale;
  • in congedo per figli con disabilità;
  • a tempo determinato e lavoratori in somministrazione cessati tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011.

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Tuttavia, si tenga presente che il compimento della procedura online, non sostituisce l’obbligo di presentare istanza di ottenimento della pensione alla Direzione Territoriale del Lavoro, per le ultime tre categorie di lavoratori elencate.

Pensioni Novità: al via le “buste arancioni” per l’Ape

Anche sul fronte Ape ci sono novità: a partire da febbraio saranno inviati ben 150mila “buste arancioni” e 135mila email ai potenziali beneficiari da parte dell’INPS. Ciascun candidato sarà informato della sua situazione contributiva, della futura pensione percepibile, nonché della possibilità di conseguire l’anticipo pensionistico di nuovo conio.

Infatti, non necessariamente pensionarsi in anticipo risulta conveniente in termini economici, in quanto l’Ape consiste appunto in un anticipo, che come tale dovrà essere restituito a rate, inclusive anche del tasso di assicurazione in caso di premorienza.

Quali sono i requisiti Ape?

Si ricorda che i requisiti richiesti per l’accesso sono avere 63 anni compiuti entro il 31 dicembre 2018, nonché aver maturato almeno 20 anni di contributi entro la stessa data.

Si attendono comunque ancora i decreti attuativi necessari per l’operatività dell’Ape: due da parte del presidente del Consiglio dei Ministri, due accordi tra ministeri e Abi e Ania, uno tra INPS e Mef. Sempre salve, poi, eventuali variazioni della speranza di vita ed eventuali rimborsi anticipati del prestito che finanzia l’Ape volontaria.

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