Pensioni: niente più penalizzazioni. Come aumentano gli assegni e per chi?

Redazione 04/01/16
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Tra le numerose misure, la legge di Stabilità 2016 ne prevede una che, in tema di pensioni e previdenza, cancella le penalizzazioni sulle pensioni erogate dall’INPS dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2014.

Si tratta di un provvedimento che coinvolge all’circa 28mila persone, di cui 22mila donne e 4mila uomini, che sono andate in pensione di anzianità nel periodo citato, con un età inferiore ai 62 anni.

Era stata la cosiddetta legge Fornero ad aver previsto per chi chiedeva la pensione di anzianità, avendo raggiunto il requisito contributivo, con un età però inferiore a 62 anni, una decurtazione dell’importo in percentuale per ogni anno di anticipo rispetto alla scadenza stabilita.

Grazie alla manovra di Stabilità dello scorso anno le penalizzazioni sono state eliminate fino al 2018, senza tuttavia che l’Esecutivo rimettesse mano alla situazione di coloro che nei 3 anni precedenti erano andati in pensione. Ora, con l’approvazione definitiva dell’attuale legge di Stabilità si pone finalmente la parola fine a questo problema, cancellando le penalizzazioni a partire dal 1° gennaio 2016, senza però corrispondere gli arretrati per gli anni precedenti.

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Dal 2016, quindi, gli assegni pensionistici dovrebbero aumentare di alcune decine di euro al mese a seconda delle varie casistiche. In generale, un lavoratore uscito nel 2014 a 58 anni (con 6% di penalità) con un assegno medio di 2.500 euro al mese lordi, la cui parte retributiva è di 2.300 euro mensili, vedrà aumentare la propria pensione di circa 140 euro lordi al mese Il calcolo infatti sarebbe: 2.300 x 6% = 138 € lordi, poco più di 100 euro al mese netti in più, in considerazione del fattore fiscale.

Si precisa che se il lavoratore è uscito più tardi dal mondo del lavoro, meno forte è stata la penalizzazione applicata e pertanto minori saranno le ripercussioni positive sulla pensione. Se, ad esempio, il lavoratore è uscito a 60 anni dal lavoro, l’importo della pensione aumenterà soltanto di un terzo rispetto alle cifre prima indicate.

L’aumento degli assegni, comunque, sarà limitato dal tetto pensionabile introdotto dal 1° gennaio 2015. In tal senso, quindi, qualora il nuovo importo calcolato eliminando la penalizzazione dovesse risultare più alto di quello che sarebbe stato erogato secondo le vecchie disposizioni valorizzando con il sistema retributivo anche la contribuzione eccedente il quarantesimo anno, sarà l’INPS a mettere questo secondo valore inferiore, riducendo la crescita dell’importo.

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