Pensioni minime, 200mila dovranno restituire la quattordicesima a rate

Redazione 19/09/12
Un altro pasticcio all’italiana sta per abbattersi sugli incolpevoli contribuenti italiani. Neanche questa volta, però, sono i privilegi a essere toccati, bensì, con un accanimento a dir poco feroce, le pensioni minime. Addirittura, infatti, a chi riceve le somme previdenziali più basse verrà chiesto di restituire una mensilità del 2009 che l’Inps ha scoperto immotivata.

Sono circa 200mila i pensionati che, in questi giorni, stanno ricevendo l’informativa dell’istituto previdenziale riguardo all’incasso di una quattordicesima che, a posteriori, si è scoperto corrisposta per errore di calcolo. Quindi, nel 2013, per chi riceve da 300 a 500 euro, si vedrà trattenuta una quota che, nell’arco dei dodici mesi, corrisponderà alla mensilità ottenuta in eccesso. Nella fascia di mezzo dei 400 euro, si arriverà a 369 netti, cioè 31 euro di trattenute mensili.

Ma da dove nasce questo clamoroso impasse della previdenza italiana? Nel 2007, il governo guidato da Romano Prodi aveva lanciato la quattordicesima ai pensionati ultra 64enni che percepiscono mensilità non superiori a 650 euro lordi. Tradotto in reddito annuale, siamo tra gli 8 e i 9 mila euro netti. Due anni più tardi, l’Inps ha seguito la procedura, stanziando le quattordicesime secondo le dichiarazioni dei redditi 2008, molte delle quali, però, ci si è accorti, sono pervenute errate.

In sostanza, molti pensionati, convinti di avere diritto alla mensilità, avevano indicato un reddito inferiore a quello realmente percepito, non avendo inserito parametri come rendite catastali o contratti di collaborazione. Insomma, qualsiasi fonte di introito, anche minima, si spiega oggi, avrebbe compromesso la riscossione della quattordicesima.

Peccato, però, che dalle parti dell’istituto previdenziale la scoperta si arrivata solo ora, esaminando i dati emersi dal modello Unico dell’anno scorso, pervenuti dall‘Agenzia delle Entrate. La dichiarazione del 2008, poi, era accompagnata da un’autocertificazione del pensionato, ma, a quanto trapela, non dovrebbero comunque essere eseguiti ulteirori controlli di approfondimento fiscale.

In ogni caso, i 200mila pensionati non avranno scelta e si troveranno costretti a restituire la mensilità, che in media, come detto, saranno di 31 euro,per un totale casse dell’Inps di circa 80 milioni di euro. A questo proposito, si è già verificata l’alzata di scudi dei sindacati, che non mancano di osservare come qualche centinaio di euro, per un anziano, significhi “non fare la spesa per settimane”.

La situazione, però, è ormai definita e le lettere stanno già viaggiando per l’Italia. Missive che terminano con questa laconica affermazione: “Siamo pertanto costretti a provvedere al recupero di questo importo mediante trattenute mensili sulla sua pensione, a partire dal mese di novembre 2012, per complessive 12 rate. Cordiali saluti”.

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