Anche perché, è facile intuire, nel frattempo sono stati approvati diversi provvedimenti, uno su tutti, la legge di stabilità 2014, dove è stato confermato il blocco all’indicizzazione per le pensioni pari a sei volte il minimo, con scaglioni di rivalutazione parziale a scendere nell’ammontare degli assegni.
Ciò che invoca la proposta di riforma avanzata dal giovane capogruppo di opposizione, è il “ricalcolo con il sistema contributivo per le pensioni sopra i 5 mila euro lordi, che corrispondono a circa 3.800 netti mensili.”
Dunque, spiega l’esponente di Fratelli d’Italia, “il mio obiettivo è tagliare le pensioni da 90 mila mensili e lo voglio fare senza tagli lineari ma tenendo conto dei contributi versati”.
Proprio sulla legge di stabilità, Giorgia Meloni nota come il prelievo di solidarietà inserito nella legge di stabilità 2014, non sarebbe altro che la riproposizione di quello già a suo tempo bocciato dalla Corte costituzionale: “L’hanno riproposto uguale nella Legge di Stabilità, ben sapendo che verrà nuovamente respinto, stanno facendo finta di far qualcosa”.
Così, si cerca la sponda o nel nuovo corso di Matteo Renzi, oppure nel MoVimento 5 Stelle, il quale, nei giorni scorsi ha polemizzato con la maggioranza, che ha respinto la mozione grillina sulle pensioni: “A mio parere – nota la Meloni – era sbagliata nel contenuto perché propone una tassazione progressiva di tutte le pensioni, tassando cospicuamente le pensioni sotto i 1000 euro e in maniera insufficiente quelle più alte”.
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