Facciamo un piccolo riepilogo sul cumulo gratuito. Nei giorni scorsi, un gruppo di professionisti uniti in un Comitato ha scritto direttamente al presidente dell’Inps, Tito Boeri, per chiedere chiarimenti che non venivano forniti dalle Casse previdenziali. L’Inps ha risposto spiegando che dopo la firma della convenzione, nessuna delle 17 Casse aveva provveduto a inviare la convenzione firmata e che restava in sospeso il nodo sulle spese di gestione,pari a 65 euro una tantum, da condividere.
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La risposta delle Casse non si è fatta attendere: hanno inviato insieme le convenzioni firmate, ma hanno precisato di non voler pagare le spese, ribattezzandole “la tassa Boeri“.
“Con quest’atto le Casse intendono togliere ogni alibi all’Istituto pubblico, che da mesi sta ritardando l’adempimento di una legge – precisa l’Adepp -. Se l’Istituto continuerà a non pagare, d’ora in poi gli interessati potranno azionare eventuali rimedi giudiziari nei confronti dell’Inps”. L’associazione che riunisce le 17 Casse previdenziali ha fatto notare che l’Inps ha già ricevuto 89 milioni di euro dal governo per realizzare il cumulo gratuito.
“Queste risorse sono finanziate con le tasse pagate da tutti i contribuenti italiani, compresi i professionisti e le loro Casse. Sarebbe una discriminazione inaccettabile imporre ai nostri iscritti di pagare lo stesso costo due volte”, dichiara il presidente dell’Adepp Alberto Oliveti.
Al comunicato di Adepp ha fatto seguito la risposta da parte dell’Inps nella quale sottolinea che “la modalità di divisione degli oneri era stata accettata dall’Adepp, dopo una lunga trattativa, riportata nell’accordo. L’Inps inoltre è andata incontro all’Adepp, stabilendo che l’onere venisse versato una tantum”.
“Alcune casse – ha evidenziato l’Ente – avrebbero modificato ad arte la Convenzione eliminando la parte che prevedeva il pagamento di un corrispettivo da parte delle Casse all’Inps”, chiarendo, infine, di non aver ricevuto alcun corrispettivo dal governo per la copertura di questi costi perché la legge sul cumulo gratuito finanzia i maggiori oneri previdenziali.
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