Pensioni, Decreto in arrivo per fermare l’aumento di età dal 2027

L’intervento da 200 milioni sarà inserito nel Decreto Primo Maggio.

Paolo Ballanti 09/04/25

Potrebbe arrivare presto l’intervento del governo per scongiurare l’aumento dell’età per le pensioni 2027. Stando alle anticipazioni di La Repubblica, l’esecutivo è al lavoro sul Decreto Primo Maggio, con uno stanziamento da 200 milioni di euro per bloccare l’impennata di 3 mesi, che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 1 gennaio 2027, a discapito di chi dovrà andare in pensione da quella data.

Il 31 marzo scorso l’ISTAT ha presentato gli indicatori demografici 2024 tra cui spicca un aumento della speranza di vita alla nascita pari a 83,4 anni vale a dire cinque mesi in più rispetto al 2023.

Nel dettaglio, la speranza di vita è stimata in 81,4 anni per gli uomini e in 85,5 anni per le donne.

Notizia non di poco conto perché, stando alla normativa vigente, al passo in avanti della speranza di vita si accompagnerebbe uno slittamento di 3 mesi per l’accesso alla pensione a partire dal 2027.

Senza un intervento lampo quindi, dal 1° gennaio 2027 lavoratori e lavoratrici potrebbero andare in pensione a 67 anni e 3 mesi.

“Lo faremo subito, l’aumento sarà sospeso. Il costo non è proibitivo: all’incirca 200 milioni”, ha dichiarato il sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon. Tutto dovrebbe essere previsto con un Decreto varato il prossimo 1° maggio.

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Indice

Aumento della speranza di vita: effetti sulle pensioni

L’effetto degli scenari demografici comunicati dall’ISTAT determina, come annunciato dalla Ragioneria generale dello Stato nella sua Nota di aggiornamento al 25° Rapporto sull’andamento della spesa pensionistica e assistenziale, a decorrere dal 1° gennaio 2027 un aumento dell’età per il pensionamento di vecchiaia dai 67 anni attuali a 67 anni e 3 mesi.

In questa tabella i dettagli.

AnniLavoratori dipendenti e autonomiLavoratrici pubblico impiegoLavoratrici settore privato dipendentiLavoratrici settore privato autonome
EtàEtàEtàEtà
202567676767
202667676767
202767 e 3 mesi67 e 3 mesi67 e 3 mesi67 e 3 mesi
202867 e 3 mesi67 e 3 mesi67 e 3 mesi67 e 3 mesi
202967 e 5 mesi67 e 5 mesi67 e 5 mesi67 e 5 mesi
203067 e 5 mesi67 e 5 mesi67 e 5 mesi67 e 5 mesi

Nelle annualità successive al 2030, l’età pensionabile aumenterebbe ulteriormente passando, per tutte le categorie lavorative descritte in tabella, a:

  • 67 anni e 7 mesi a decorrere dal 2031;
  • 67 anni e 8 mesi dal 2033.

Appurati questi requisiti anagrafici, è necessario comunque aver maturato almeno 20 anni di contribuzione.

Nuovi iscritti
I lavoratori che hanno acquisito il primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996 (cosiddetti nuovi iscritti) o che, pur essendo già titolari di un conto assicurativo alla data appena descritta, optano per il sistema contributivo, la pensione di vecchiaia spetta attualmente, fino al 2026, con:

  • 71 anni di età;
  • Almeno 5 anni di anzianità contributiva effettiva.

Si applicano tuttavia gli stessi requisiti di età e contribuzione previsti per i soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 (67 anni di età e 20 anni di contributi) se l’importo della pensione risulta non inferiore all’assegno sociale.

Anche per i nuovi iscritti, pertanto, l’età anagrafica salirà, a decorrere dal 2027, da 71 anni a 71 anni e 3 mesi, fermo restando il requisito del quinquennio di contribuzione effettiva.

Aumenta l’età anche per l’Assegno sociale

L’innalzamento dell’età minima per l’accesso alla pensione di vecchiaia impatta anche l’assegno sociale, per il quale il requisito anagrafico è suscettibile di passare a:

  • 67 anni e 3 mesi (dagli attuali 67 anni) a decorrere dal 2027;
  • 67 anni e 5 mesi dal 2029;
  • 67 anni e 7 mesi dal 2031.

Cosa accade alla pensione anticipata

Dal 1° gennaio 2012 la pensione di anzianità è stata sostituita dalla pensione anticipata, spettante attualmente, per i soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, a fronte di un’anzianità contributiva almeno pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne.

Per effetto dell’aumento della speranza di vita, anche la pensione anticipata (a prescindere dall’età anagrafica) scatterà, a decorrere dal 2027, a 43 anni e 1 mese per gli uomini e a 42 anni e 1 mese per le donne.

Dal 2029 ci sarà un altro scatto in avanti con l’asticella che passerà a 43 anni e 3 mesi per gli uomini e a 42 anni e 3 mesi per le donne.

Nuovi iscritti
I lavoratori in possesso di anzianità contributiva dal 1° gennaio 1996 possono accedere alla pensione anticipata al compimento dei 64 anni di età e, altresì:

  • in presenza di una contribuzione effettiva minima di 20 anni;
  • a condizione che l’ammontare della pensione sia almeno pari a 3 volte l’assegno sociale (per il 2025 pari a 1.616,07 euro).

Quest’ultimo requisito si abbassa a 2,8 volte l’assegno sociale (per l’anno corrente euro 1.508,33) per le donne con un figlio e a 2,6 volte l’assegno (per il 2025 euro 1.400,59) per le donne con almeno due figli.

Sulla falsariga delle prestazioni pensionistiche poc’anzi descritte, anche la pensione anticipata per i nuovi iscritti conoscerà un incremento dell’età anagrafica minima dagli attuali 64 anni a 64 anni e 3 mesi dal 2027 e, a seguire, a:

  • 64 anni e 5 mesi dal 2029;
  • 64 anni e 7 mesi dal 2031.

Il governo interverrà

I dati dell’ISTAT e gli effetti sulle pensioni avevano portato a un primo commento a caldo del sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali Claudio Durigon che aveva affermato bloccheremo “l’aumento nel 2027, lo sterilizzeremo”.

Già lo scorso 15 gennaio il Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti si era espresso sull’adozione dei decreti direttoriali da parte della Ragioneria, necessari per dare il via libera all’aumento dei requisiti pensionistici. Il “mio orientamento” stando alle parole raccolte dall’Ansa (“ansa.it”, 15 gennaio 2025) è di “andare verso una sterilizzazione rispetto a queste forme di aumento”.

Ora, stando anche alle anticipazione di La Repubblica, si sa qualcosa di più. Durigon da per cento che ci sarà subito l’intervento di stop all’aumento dell’età pensionabile dal 2027. Potrebbe arrivare nel giorno della Festa dei lavoratori con un decreto ad hoc: il Decreto Primo Maggio.

Nel provvedimento potrebbero confluire anche interventi a favore dei salari, con l’obiettivo di incentivare il rinnovo dei contratti collettivi e di promuovere la contrattazione di secondo livello.

Si valuta inoltre l’introduzione di una norma fiscale correttiva per evitare l’errore nel calcolo del super acconto Irpef, attualmente determinato utilizzando le quattro aliquote precedenti invece delle tre nuove più basse. Un intervento ritenuto urgente, poiché l’invio delle dichiarazioni precompilate da parte dell’Agenzia delle Entrate è ormai imminente.

Il sottosegretario Durigon e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si sono espressi più volte a favore del blocco dell’adeguamento automatico alla speranza di vita calcolato dall’Istat e già recepito dalla Ragioneria generale dello Stato. Senza un intervento correttivo, infatti, dal 1° gennaio 2027 l’età per la pensione di vecchiaia salirebbe a 67 anni e 3 mesi, mentre per la pensione anticipata sarebbero richiesti 43 anni e 1 mese di contributi (con un anno in meno per le donne): esattamente tre mesi in più rispetto ai requisiti attuali in vigore dal 2019.

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Foto copertina: istock/Thapana Onphalai

Paolo Ballanti