Ricordiamo che il cumulo gratuito è diventato legge con la Legge di Bilancio 2017, prima era possibile ma solo a pagamento. Per il Ministero del Lavoro essendo ora legge, va solo messo in atto, peccato che nella pratica non sia così facile: chi ha fatto domanda (professionisti, ma anche chi ha avuto carriere discontinue) all’ultimo ente previdenziale al quale hanno versato i contributi non ha ricevuto ancora nulla. Nel 2017 dovrebbero essere circa 700 i contribuenti interessati, nel 2018 addirittura 15mila.
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All’appello manca uno stanziamento preciso da parte dello Stato che dovrebbe versare la differenza che una volta veniva pagata dai contribuenti per ottenere il cumulo, ma anche una Circolare Inps che permetta a chi ha fatto richiesta di ricongiungimento, di aver riconosciuta la pensione.
Vediamo nello specifico cosa è il cumulo gratuito e come fare domanda.
Cos’è il cumulo gratuito
Il cumulo (o ricongiungimento) gratuito è una misura che permette ai lavoratori di andare in pensione sommando tutti i contributi maturati presso gestioni previdenziali diverse (quelle pubbliche ma anche quelle private legate agli ordini professionali), cumulando ogni gestione con quote separate. Ha valore sia per la pensione di vecchiaia che per quella anticipata e vale anche per i contributi versati all’estero.
Dal 2017 il cumulo gratuito è stato esteso anche ai lavoratori autonomi e ai professionisti per unire i contributi maturati presso le diverse gestioni se è stato raggiunto il diritto alla pensione in una delle casse previdenziali e se la pensione decorre a partire dal 1° febbraio 2017.
Può essere utilizzato anche per raggiungere la pensione anticipata introdotta dalla riforma Fornero nel 2012: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
La Legge di Stabilità 2017 permette di rinunciare alla totalizzazione e alla ricongiunzione dei contributi per l’accesso al cumulo gratuito, di solito più conveniente per il lavoratore.
La revoca della totalizzazione può essere fatta se il procedimento amministrativo non si è ancora concluso. Può essere revocata anche la domanda di ricongiunzione a pagamento entro il 1° gennaio 2018 ma solo nel caso in cui l’importo dovuto non sia stato totalmente pagato, con la restituzione delle somme già versate.
Ricordiamo che la domanda va presentata all’ultimo ente previdenziale al quale si sono versati i contributi, ma la pensione viene erogata dall’Inps che poi chiede le quote alle altre gestioni.
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