Il tema sarà al centro dell’incontro previsto oggi tra Governo e sindacati assieme alla pensione minima garantita per i giovani precari e alla detassazione di quella integrativa. In questi giorni il premier Gentiloni è tornato a parlare dell’Ape volontaria. Il provvedimento compreso nella Riforma Pensioni 2017 è rimasto bloccato, ma secondo il premier verrà approvato entro l’estate.
Ape volontaria, cos’è e come funziona
L’anticipo pensionistico volontario è una sorta di prestito che il lavoratore restituirà al momento della pensione, in 20 anni con rate di ammortamento mensili graduali. La domanda di APe volontaria va associata quindi ad una polizza assicurativa che permette di coprire la restituzione anche in caso di decesso.
I requisiti per presentare la domanda per l’Ape volontaria sono i seguenti:
- 63 anni di età;
- 20 anni di contributi versati;
- non più di 3 anni e 7 mesi al raggiungimento della pensione di vecchiaia;
- assegno pensionistico maturato pari ad almeno 1,4 volte il minimo (circa 700 euro al mese lordi).
Vediamo ora quali sono le possibilità previste ora per andare in pensione in anticipo.
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Ape social, già oltre 40mila le domande
A due settimane dal via sono oltre 40mila le domande inviate all’Inps per l’Ape social riservata ai lavoratori disoccupati o con familiari disabili a carico. Probabile il superamento della soglia prevista dei 60mila. Per il 2018 previsto il doppio delle risorse, ma qualcuno ipotizza che già dopo l’estate il Governo aumenterà ulteriormente i fondi a disposizione.
L’inps ha stabilito che chi è più vicino alla pensione vera e propria passerà davanti e, a parità, chi ha presentato prima la domanda. Chi resta fuori slitterà al prossimo anno con il pagamento degli arretrati.
I Precoci con 41 anni di contributi
Per rientrare nella categoria dei Precoci bisogna possedere i seguenti requisiti:
- aver versato almeno 12 mesi di contributi prima di compiere 19 anni anni di età,
- aver 41 anni di contributi,
- rientrare nelle categorie di disoccupati o con familiari disabili a carico, o aver svolto negli ultimi 7 anni mansioni gravose per almeno 6 anni.
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Opzione Donna con riduzione del 30% dell’assegno
Resta valida l’Opzione donna, ovvero la possibilità per le lavoratrici dipendenti che entro il 31 luglio 2016 hanno compiuto 57 anni e 3 mesi e le autonome 58 anni e 3 mesi, di andare in pensione in anticipo, ma con un assegno calcolato solo con il sistema contributivo, ovvero con una perdita in media del 30% sull’assegno. È stata richiesta la proroga fino al 2018 per questa opzione, anche se finora le richieste sono state poche centinaia.
Per approfondimenti consulta la nostra sezione Riforma Pensioni.
La pensione integrativa può fare da ponte
Chi è disoccupato da almeno 4 anni, è iscritto ad un fondo di previdenza complementare, e è a non più di 5 anni dall’età pensionistica, può chiedere in anticipo un assegno come forma di rendita temporanea, che sarà da scalare al momento della pensione vera e propria.
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