Come accedere alla pensione anticipata. Quando e come ottenere la Rita

Redazione 10/11/16
Con la nuova Riforma Pensioni la possibilità di accedere alla pensione anticipata con l’Ape non è la sola strada percorribile. Al riguardo, infatti, coloro che aderiscono alla previdenza complementare possono ottenere una rendita integrativa temporanea anticipata, la cosiddetta Rita.

Di seguito vediamo come funziona, chi sono i beneficiari, come richiederla e come avviene la tassazione.

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Pensione anticipata: come funziona la nuova Rita

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La rendita integrativa temporanea anticipata funziona in maniera similare al meccanismo dell’Ape (l’anticipo pensionistico). Ecco in cosa consiste: viene somministrato al lavoratore che decide di aderire alla previdenza integrativa un trattamento temporaneo che può essere chiesto a partire dai 63 anni di età (compiuti) e fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia.

Pensione di vecchiaia: come cambiano i requisiti

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Al momento tali requisiti sono rispettivamente:

– 66 anni e 7 mesi per gli uomini e per le dipendenti pubbliche;

– 65 anni e 7 mesi per le dipendenti del settore privato;

– 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome.

Con la Riforma Pensioni però, dal 2018, i requisiti per la pensione di vecchiaia verranno resi uguali per tutti e saranno pari a 66 anni e 7 mesi. Oltre a ciò, al fine di ottenere la pensione di vecchiaia, sono richiesti 20 anni di contributi e un assegno pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale.

Tornando alla Rita, il trattamento che viene erogato al lavoratore scaturisce dai versamenti effettuati alla previdenza complementare. Infatti l’adesione alla rendita anticipata, diversamente da quanto avviene con l’Ape volontaria, non comporta alcuna penalizzazione sull’assegno di pensione, ovviamente una volta maturato il diritto alla pensione di vecchiaia.

Questo in virtù del fatto che l’erogazione della Rita non avviene mediante prestiti bancari, ma attraverso dei versamenti di contribuzione integrativa effettuati dallo stesso lavoratore oppure dall’azienda.

Anche i dipendenti pubblici possono richiedere la Rita?

La risposta è sì, tuttavia, la rendita temporanea integrativa può essere erogata, sia nei confronti dei lavoratori pubblici che di quelli del settore privato, soltanto se il soggetto richiedente cessa l’attività lavorativa.

Tassazione Rita: come avviene?

Per quanto riguarda la tassazione, la parte imponibile della rendita è assoggettata ad una ritenuta a titolo d’imposta con un’aliquota pari al 15%, che a sua volta subisce una riduzione dello 0.30% per ciascun anno di iscrizione al fondo di previdenza complementare che supera il 15esimo. Si precisa che tale riduzione, al massimo, può arrivare al 6%.

Come determinare l’imponibile

Ai fini della determinazione dell’imponibile, gli importi erogati a titolo di Rita sono imputati prima agli importi della stessa prestazione maturati fino alla data del 31 dicembre 2000; per quanto riguarda invece la porzione eccedente, sono imputati prioritariamente a quelli maturati dal 1° gennaio 2001 al 31 dicembre 2006 e consecutivamente a quelli maturati dal 1° gennaio 2007.

Liquidazione e Rita: come funziona?

Nei confronti del lavoratore pubblico che ha diritto alla Rita, una volta terminato il servizio, la liquidazione (Tfr, trattamento di fine servizio, eccetera), analogamente a quanto avviene per l’anticipo pensionistico, non è corrisposta entro i termini ordinari; questo perché la decorrenza ai fini del pagamento del trattamento si avvia a partire dalla maturazione dei requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia.

In altri termini, per quanto riguarda la Rita (così come per l’Ape) assume validità il momento in cui si maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia e non la cessazione dal servizio.

Redazione

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