Come ogni anno, i pensionati sembrano finiti nel dimenticatoio: ancora la bolla degli esodati è tutt’altro che risolta, nella scuola i Quota 96 attendono il diritto alla pensione di cui sono stati scippati ormai tre anni fa, e i requisiti sono sempre più alti, obbligando a restare in servizio lavoratori ormai sfiniti e demotivati, a dispetto di tanti giovani ancora fermi ai box.
Il governo ha cercato di mettere qualche pezza, sia ai conti della previdenza che alle regole discutibili in vigore dal 2012, ma ancora la vera riforma pensioni è di là da venire.
Vediamo, allora, quali sono le principali novità – in larga parte negative – che attendono i pensionati già percettori dell’assegno mensile e quelli che hanno in previsione di lasciare il lavoro nei prossimi mesi del 2015 e del 2016.
La legge di stabilità 2015
Con la legge di stabilità 2015, pubblicata in Gazzetta ufficiale e operativa dal primo gennaio 2015, sono in vigore le nuove disposizioni sul pensionamento anticipato, che potrà avvenire anche prima dei 62 anni di età, con il regolare versamento dei contributi di anzianità lavorativa, senza alcuna penalizzazione. Così, ok alle pensioni per chi ha lavorato 42 anni e un mese anche prima del sessantaduesimo compleanno.
Fino al 2014, infatti, era possibile lasciare il lavoro anzitempo, ma con un malus dell’1% nel primo biennio e del 2% negli anni successivi, che saliva al 6% per chi lasciava prima dei 58 anni.
Come cambiano gli assegni
Già nel mese di gennaio, sono in arrivo cattive notizie per i pensionati italiani: andrà immediatamente restituita una parte delal rivalutazione ottenuta nel 2014, pari all’1,1%. I tagli agli assegni andranno dai 5,40 euro ai 16,30, a seconda dell’entità della prestazione mensile erogata dall’Inps.
La Tabella elaborata da Spi – Cgil
Pensione dicembre 2014 | Pensione gennaio 2015 | Perdita |
501,30 euro | 495,90 euro | 5,40 euro |
1.002,80 euro | 991,90 euro | 10,90 euro |
1.504,10 euro | 1.487,80 euro | 16,30 euro |
2.003,10 euro | 1.999,10 euro | 4 euro |
2.499,50 euro | 2.479,20 euro | 20,40 euro |
2.990,40 euro | 2.974,10 euro | 16,30 euro |
3.486,00 euro | 3.421,80 euro | 64,20 euro |
3.981,40 euro | 3.917,90 euro | 63,50 euro |
4.476,90 euro | 4.414,00 euro | 62,90 euro |
4.972,30 euro | 4.910,10 euro | 62,20 euro |
Cosa cambierà nel 2016
Il vero shock, però, arriverà solo l’anno prossimo, il 2016. Come previsto dalla legge Fornero, infatti, ogni biennio la speranza di vita degli italiani viene rivista al rialzo e così anche i requisiti minimi per la pensione.
Saranno 4 i mesi di lavoro in più richiesti a partire da gennaio 2016, come conferma il decreto anch’esso in uscita in Gazzetta ufficiale. Così, allora, cambieranno i minimi pe la pensione:
66 anni e sette mesi (anziché gli attuali 66 anni e 3 mesi) per gli uomini dipendenti – pubblico e privato – e autonomi. Idem per le donne impiegate statali.
65 anni e 7 mesi (dagli attuali 63 anni e 9 mesi) per le lavoratrici del settore privato, mentre per le donne autonome l’asticella salirà da 64 anni e nove mesi a 66 anni e un mese.
Per gli stakanovisti, poi, si allungherà anche il termine per chiedere di restare in servizio, possibile, dal 2016, fino a 70 anni e 7 mesi.
Per tutti i più giovani, che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995, il minimo passa da 63,3 anni a 63,7, con un minimo di 20 anni di contributi versati.
Qui i requisiti 2014
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