Insomma, al terzo anno di proroga, lo stop all’adeguamento degli assegni al costo della vita viene definito come contrario alla Carta fondamentale, per quello che rischia di frenare definitivamente l’azione sulla previdenza del governo.
Come noto, nessuna controriforma Fornero è stata avanzata dai ministri dell’esecutivo, men che meno dal presidente del Consiglio in persona, il quale ha riservato la propria attenzione sul welfare alla duplice sfera del blocco all’indicizzazione e, dall’altra parte, ai contributi di solidarietà per i redditi da pensione oltre i 150mila euro, basandosi proprio sulle disposizioni del decreto salva Italia 2011, al cui interno vennero riscritte le regole per il ritiro dal lavoro, tuttora vigenti.
Ora, però, uno dei due pilastri che hanno trovato spazio in legge di stabilità, rischia di crollare di fronte alla sentenza del tribunale di Palermo, emanata lo scorso 6 novembre, dove la legge Fornero, come si legge nella sentenza, viene nuovamente rimandata alla Corte costituzionale sul tema dello stop agli adeguamenti pensionistici.
“Tale principio – scrivono i giudici – ha portato più volte la Corte Costituzionale a dichiarare l’illegittimità di disposizioni che non contenevano alcuna previsione volta ad assicurare nel tempo la conservazione del valore delle prestazioni da loro erogate”. Così la corte siciliana ha ricordato le bocciature della Consulta sulle linee dei governi Berlusconi e Monti, i quali, prima di Letta, hanno tirato il freno all’indicizzazione.
A fronte di ciò, l’atteggiamento dell’esecutivo sarebbe ancor più da censurare nella misura in cui “non ha tenuto conto del monito della Corte Costituzionale sopra enunciato e ciò tanto più che il blocco della perequazione automatica produce i suoi effetti in modo permanente, non essendo prevista alcuna forma di recupero negli anni successivi”.
A parere della corte siciliana, sarebbero tre gli articoli della Costituzione violati: 36, 38 e 53, poiché non viene rispettata la conservazione nel tempo del valore della pensione, viene alterato il principio di eguaglianza, oltre a quello di ragionevolezza nel potere di imposizione. Così, la riforma Fornerofinisce al vaglio della Consulta, in particolare, richiee il Tribunale, nell’articolo 24 comma 25. VAI AL TESTO DELLA LEGGE
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