Pensioni, assegni ridotti in legge di stabilità 2014: ecco le prove

Redazione 25/10/13
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La legge di stabilità 2014 ha già prodotto un risultato significativo: mettere d’accordo sindacati e partite Iva. Le parti sociali sono infatti concordi sul fatto che la finanziaria sarà un vero salasso per i pensionati, vanamente in attesa di una riforma e ora alle prese con le nuove norme. Il dubbio è: quanto ci rimetteranno effettivamente coloro che incassano l’assegno pensionistico?

Dopo le stime di Spi-Cgil, anche Fipac Confesercenti prova a mettere ordine nelle nuove norme che riguardano i pensionati: ecco l’esito dello studio.

Di seguito il comunicato di Fipac Confesercenti:

Il ddl di stabilità per il 2014 incide negativamente sui pensionati, comportando una riduzione del reddito disponibile dell’ordine di 300 euro per i livelli di pensione più diffusi.
E’ questo il risultato che emerge tenendo conto di tre misure previste dal disegno di legge: i) i cambiamenti apportati, per il periodo 2014-2016, al sistema di perequazione automatica delle pensioni; ii) l’esclusione dei redditi da pensione dall’aumento della detrazione Irpef accordata solo al lavoro dipendente e ai altri redditi assimilati (eccetto, appunto, le pensioni); iii) l’introduzione della TASI, ossia della componente del TRISE (Tributo sui servizi comunali), a fronte della copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni.
I tagli alla rivalutazione delle pensioni
A regime (e dunque prima dei tagli introdotti per il 2012 e 2013), il sistema di perequazione automatica delle pensioni fissava la misura della rivalutazione in misura piena (100% dell’inflazione) per gli importi fino a tre volte il trattamento minimo, in misura ridotta (90% del valore dell’inflazione) per gli importi compresi fra tre e cinque volte l’importo minimo e in misura parziale (75%) per gli importi di pensione eccedenti le cinque volte il livello minimo.
I mutamenti introdotti dal ddl di stabilità sono di due tipi, entrambi penalizzanti:
_Intanto, fermo restando la rivalutazione piena delle pensioni fino a tre volte l’importo minimo, si riduce al 90% quello riconosciuto per le pensioni comprese fra tre e quattro volte il trattamento minimo, mentre sarà del 75% quello previsto per gli importi compresi fra quattro e cinque volte, e del 50% per quelli superiori (con esclusione di ogni rivalutazione, limitatamente al 2014) degli importi superiori a sei volte il trattamento minimo Inps;
_In secondo luogo, si passa da un regime di rivalutazione che opera per scaglioni di pensione (ogni scaglione con la sua percentuale di adeguamento all’inflazione) ad un futuro sistema che opera per classi (le pensioni di importo eccedente tre volte il minimo, ad esempio, saranno rivalutate al 90% per l’intero importo, vendendo meno la copertura del 100% fino a tre volte il trattamento minimo.
L’esclusione dai benefici Irpef
Storicamente, le detrazioni Irpef assicurate alle pensioni sono state trattate in sintonia con quelle riservate al lavoro dipendente; tanto che le pensioni sono considerate la prima tipologia di redditi “assimilata” al lavoro dipendente.
Il ddl di stabilità “rompe” tale sintonia, riconoscendo un aumento delle detrazio ni d’imposta ai dipendenti ma non ai pensionati (mentre ne fruiscono gli altri redditi assimilati).
Tale diversità di trattamento comporta una penalizzazione relativa dei pensionati, in una misura che raggiunge i 182 euro l’anno (il risparmio che realizzerà il livello di reddito da lavoro dipendente più “premiato” (15 mila euro).
L’introduzione della Tasi
L’introduzione della Tasi segue alla cancellazione dell’IMU sulla prima casa. Il pensionato proprietario dell’immobile in cui abita sarà soggetto a un prelievo che potrà toccare il 2,5 per mille del valore determinato con le regole IMU. Si tratterà di un prelievo aggiuntivo rispetto al 2013, con esclusione dei 30 centesimi di euro per metro quadro compresi, allo stesso titolo, nel computo della Tares.
La simulazione: le ipotesi assunte
Si sono considerate tre figure di pensionato, con un importo di pensione compreso fra i 18,200 e i 45.500 euro l’anno (pari a 1120 e 2383 euro netti al mese).
Si è stimata l’entità delle perequazione automatica spettante per ciascun livello di pensione nel 2014, secondo le regole fissate a regime e secondo le modifiche previste per il 2014 dalla legge di stabilità.
Si è definita la portata della detrazione Irpef spettante al lavoratore dipendente per ciascuno dei tre livelli di pensione oggetto della simulazione.
Infine, si è calcolato l’onere della nuova Tasi su una prima casa con rendita catastale di 600 euro (imponibile Tasi di poco superiore ai 100 mila euro), ipotizzando un’aliquota dell’1,5 per mille (poco più della metà del massimo opzionabile dai Comuni). Il risultato ottenuto è stato depurato di quanto già dovuto nel 2013 a fronte della copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni.
La simulazione: i risultati
I risultati ottenuti , schematizzati nella tavola che segue, indicano una riduzione del reddito disponibile 2014 dei pensionati compresa fra i 294 e i 389 euro, per effetto di un taglio alle pensioni, di un mancato sgravio fiscale e di un aumento del prelievo sulla casa di abitazione.

 

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