Tra le varie opzioni per la riforma pensioni del prossimo anno, spunta Quota 84 Donna. Arrivati ormai alla metà di ottobre entra nel vivo il cantiere della prossima Legge di bilancio: tra i temi in discussione, la questione delle pensioni 2024 (con gli anticipi pensionistici), con il Governo chiamato a decidere sulla proroga di una serie di misure, tra cui Quota 103, Opzione donna ed Ape sociale.
Stando alle anticipazioni fornite dal quotidiano Il Corriere della Sera l’obiettivo del governo Meloni “è riconfermare Quota 103 anche per il 2024”. In sostanza, prosegue il quotidiano, dati “i vincoli di bilancio e le prospettive non rosee uscite dalla Nadef, con la prossima manovra l’esecutivo rinuncia alla grande riforma sulle pensioni promessa e non andrà molto oltre alla riproposta anche per il prossimo anno dell’uscita anticipata dal lavoro” con 41 anni di contributi e 62 anni di età.
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Sul tavolo restano poi i dossier di Opzione donna ed Ape sociale. Mentre su quest’ultima si prospetta una proroga, lo stesso non può dirsi di Opzione donna.
Sul punto il sottosegretario al Lavoro e politiche sociali, Claudio Durigon, aveva spiegato che il Governo sta “cercando di capire come dare un ristoro alle donne” (Il Corriere della Sera).
All’orizzonte ci sono alcune opzioni possibili:
- la proroga di Opzione donna secondo l’impostazione attuale;
- la proroga ed il ritorno alla vecchia impostazione di Opzione donna senza, per intenderci, i paletti introdotti dalla Manovra 2023;
- Ape Donna 2024: un mix di opzione donna e ape sociale per donne, con uscita a 61 anni;
- l’introduzione di Quota 84 Donna, un nuovo scivolo pensionistico riservato alle donne, formato da un mix di età anagrafica ed anzianità contributiva.
Analizziamo in dettaglio quest’ultima possibilità: Quota 84 Donna
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Indice
Ipotesi Quota 84 Donna: come funziona?
Stando a quanto riporta il quotidiano Il Corriere della Sera l’ipotesi di Quota 84 Donna “differisce dalla vecchia Opzione donna”. Quest’ultima, infatti, permetteva di ottenere la pensione con un mix di:
- età anagrafica pari o superiore a 60 anni;
- anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni.
Quota 84, al contrario, chiede un’età contributiva “molto più bassa (20 anni contro 35), mentre quella anagrafica si avvicina molto di più a quella prevista dall’attuale regime pensionistico”. La soglia richiesta per l’età anagrafica si attesterebbe infatti ad 84 anni.
Chi aderirà a Quota 84 Donna vedrà calcolata la pensione interamente con il metodo contributivo.
Lo scivolo pensionistico di Quota 84 Donna, rivela il quotidiano Il Messaggero, potrebbe “non avere il vincolo di aver maturato una pensione che sia almeno 2,8 volte la minima”. La soglia, sempre secondo Il Messaggero, potrebbe infatti “essere abbassata a 2 o 2,5 volte la minima”.
Il ritorno alla classica Opzione donna ex 2022
Comunque Quota 84 Donna non è l’unica ipotesi al vaglio al momento. Come anticipato, una delle tre opzioni sullo scivolo pensionistico per le donne riguarda il ritorno ad Opzione donna nella sua impostazione ante Manovra 2023.
Ipotesi quest’ultima che deve comunque confrontarsi con i numeri del MEF. Il Ministro Giancarlo Giorgetti, afferma Il Corriere della Sera, non “ha mai aperto a questa possibilità per via dei costi della misura”.
Per contro, tuttavia, riporta sempre il quotidiano, i paletti introdotti dalla Manovra 2023 “hanno praticamente azzerato per le donne questa via anticipata alla pensione (le domande non sono state, infatti, più di un migliaio)”.
Proroga Ape sociale
Secondo il quotidiano Il Secolo XIX nella prossima Legge di bilancio ci sarà spazio per la proroga di Ape sociale.
La misura in parola si concretizza in un’indennità a carico dell’Inps, riconosciuta sino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, ovvero fino al conseguimento della pensione anticipata o di un trattamento ottenuto anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.
Possono accedere alla prestazione, fino al 31 dicembre 2023, i lavoratori residenti in Italia iscritti:
- all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO);
- alle forme sostitutive ed esclusive dell’AGO;
- alla Gestione separata Inps;
Il volume “Il contenzioso contributivo con l’Inps“, attraverso la proposta di modelli di ricorsi, si presenta come un valido strumento sia in una fase propedeutica sia nel predisporre e implementare una valida strategia difensiva (preventiva, in sede amministrativa o giudiziaria) nei confronti dell’INPS.
che alla data di accesso ad Ape sociale:
- hanno compiuto 63 anni di età;
- hanno interrotto l’attività lavorativa;
- non beneficiano di un trattamento pensionistico diretto.
E’ inoltre richiesto di trovarsi in una delle seguenti condizioni:
- stato di disoccupazione e conclusione integrale della percezione della NASpI, oltre ad un’anzianità contributiva pari almeno a 30 anni;
- caregivers ed anzianità contributiva pari o superiore a 30 anni;
- capacità lavorativa ridotta pari almeno al 74% ed un’anzianità contributiva pari o superiore a 30 anni;
- lavoratore dipendente impegnato nelle professioni di cui all’Allegato 3 alla Legge numero 234/2021, con anzianità contributiva pari o superiore a 36 anni.
Da notare che per le donne l’anzianità contributiva richiesta è ridotta di 12 mesi per ciascun figlio, sino ad un massimo di 2 anni.
Pensione Opzione Donna
Il trattamento pensionistico anticipato con Opzione donna 2023 è molto più restrittivo rispetto al meccanismo previsto nel 2022, ed è riservato a quante scelgono il criterio del calcolo contributivo e, entro il 31 dicembre 2022, hanno:
– Un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni;
– Un’età anagrafica almeno pari a 60 anni (59 anni con un figlio, 58 anni con due o più figli).
Inoltre, al momento della presentazione della domanda, è necessario trovarsi in una delle seguenti condizioni:
– Assistere da almeno 6 mesi continuativi il coniuge o un parente di 1° grado convivente con handicap in situazione di gravità (ovvero un parente o affine di 2° grado convivente, se i genitori o il coniuge della persona con handicap grave abbiano compiuto i 70 anni, siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti);
– Avere una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%, accertata dalle commissioni competenti per il riconoscimento dell’invalidità civile;
– Essere lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto (presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ex MISE) per la gestione della crisi aziendale (in queste situazioni l’età anagrafica è sempre di 58 anni, a prescindere dal numero dei figli).
Concludendo, Quota 84 Donna per ora resta solo una delle diverse ipotesi in campo. Non si sa verrà in concreto introdotta.
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Foto copertina: istock/Halfpoint