L’articolo 1, comma 310, della Legge di Bilancio ha stabilito l’innalzamento della pensione minima 2023 a 600 euro, ma solo per gli over 75. Nel complesso, è stato rivisto interamente il meccanismo di rivalutazione delle pensioni per il prossimo biennio, con un adeguamento all’inflazione su più scaglioni in base all’importo della pensione, con un trattamento ancora più favorevole proprio per le pensioni minime. Tuttavia, se le pensioni con importi maggiori sono state già rivalutate – le ultime sono state quelle di importo 4 volte superiore al trattamento minimo – chi riceve la pensione minima è ancora in attesa dell’aumento.
Questo a causa di diversi fattori, tra cui la poca chiarezza delle legge nell’individuare la platea di beneficiari. Dopo aver fatto tutti i calcoli necessari, l’Inps sarebbe pronta a erogare gli aumenti a luglio, ovviamente con gli arretrati a partire da gennaio.
Si ricorda che il trattamento minimo INPS vedrà un ulteriore aumento rispetto alla rivalutazione dovuta all’inflazione (che sarà del 7,3%), di 1,5 punti percentuali in più per il 2023 e di 2,7 punti percentuali in più per il 2024. Solo per il 2023 e per i titolari di pensione minima di età pari o superiore a 75 anni, l’ulteriore aumento sarà di 6,4 punti percentuali in più, portando l’importo a 600 euro. L’aumento si applica anche alla tredicesima.
Ma cos’è la pensione minima? Chi può riceverla? Vediamo nei prossimi paragrafi cos’è il trattamento minimo Inps, a chi è rivolto e i nuovi importi per i prossimi anni.
Indice
Pensione minima 2023 a 600 euro per gli over 75
Infine, per i titolari di pensioni minime di età pari o superiore a 75 anni, e solo per il 2023, si applica un ulteriore aumento del 6,4%, portando la pensione minima a 600 euro. L’articolo 1, comma 310, della Legge di Bilancio 2023 prevede che:
“Al fine di contrastare gli effetti negativi delle tensioni inflazionistiche registrate e attese per gli anni 2022 e 2023, per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo INPS, in via eccezionale con decorrenza 1° gennaio 2023, con riferimento al trattamento pensionistico lordo complessivo in pagamento per ciascuna delle mensilità da gennaio 2023 a dicembre 2024, ivi compresa la tredicesima mensilità spettante, è riconosciuto in via transitoria un incremento, limitatamente alle predette mensilità e rispetto al trattamento mensile determinato sulla base della normativa vigente prima della data di entrata in vigore della presente legge, di 1,5 punti percentuali per l’anno 2023, elevati a 6,4 punti percentuali per i soggetti di età pari o superiore a settantacinque anni, e di 2,7 punti percentuali per l’anno 2024.
L’incremento di cui al presente comma non rileva, per gli anni 2023 e 2024, ai fini del superamento dei limiti reddituali previsti nel medesimo anno per il riconoscimento di tutte le prestazioni collegate al reddito. L’incremento di cui al presente comma è riconosciuto qualora il trattamento pensionistico mensile sia complessivamente pari o inferiore all’importo mensile del trattamento minimo INPS. Qualora il trattamento pensionistico complessivo sia superiore al predetto importo e inferiore a tale limite aumentato dell’incremento disciplinato dal presente comma l’incremento è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato.
Resta fermo che, ai fini della rivalutazione delle pensioni per gli anni 2023 e 2024, il trattamento pensionistico complessivo di riferimento è da considerare al netto dell’incremento transitorio di cui al presente comma, il quale non rileva a tali fini e i cui effetti cessano in ogni caso, rispettivamente, al 31 dicembre 2023 e al 31 dicembre 2024.”
Pensione minima 2023 a 600 euro aumenti in arrivo a luglio
Come anticipato, l’Inps ha riscontrato alcune difficoltà nell’individuare correttamente la platea di beneficiari, con il rischio di erogare gli aumenti anche a chi non ne avesse diritto. L’Istituto dovrebbe essere pronto a chiudere la questione entro giugno, così da provvedere all’erogazione degli aumenti, arretrati compresi, con l’assegno di luglio.
Pensione minima 2023: cos’è
La pensione minima, o trattamento minimo INPS rappresenta una soglia limite di trattamento pensionistico, al di sotto della quale la pensione non permette di raggiungere condizioni di vita dignitose. L’importo della pensione minima viene aggiornato ogni anno, e per il 2022 era pari a 525,38 euro.
Nel caso in cui un pensionato non raggiungesse questo importo viene riconosciuto un importo aggiuntivo, la cosiddetta “integrazione al minimo”, che permette ai titolari di pensione in possesso di determinati requisiti reddituali di raggiungere l’importo del trattamento minimo INPS.
I soggetti che non hanno invece maturato i contributi minimi per l’accesso alla pensione possono richiedere l’Assegno sociale.
Pensione minima 2023: a chi spetta
L’integrazione al trattamento minimo spetta ai titolari di pensioni di vecchiaia, pensione anticipata di anzianità, spetta anche per le pensioni ai superstiti e le pensioni di reversibilità. Non spetta per le pensioni calcolate esclusivamente con il metodo contributivo, con l’eccezione di Opzione Donna.
Come anticipato, sono previsti dei requisiti di reddito per accedere all’integrazione. Questi limiti di reddito sono differenti a seconda della data di decorrenza della pensione. In particolare:
- In caso di decorrenza del trattamento corrispondente al 1° gennaio 1995 è previsto un limite di 13.619,58 euro (soggetto non coniugato o legalmente ed effettivamente separato), elevato 27.239,16 euro per il soggetto coniugato;
- Se la pensione decorre dal 1° gennaio 1994 al 31 dicembre 1994 i limiti sono 13.619,58 euro (soggetto non coniugato) e 34.048,95 euro per chi è coniugato;
- Da ultimo, in caso di decorrenza della pensione per i periodi fino al 31 dicembre 1993 il limite è uno solo, pari a 13.619,58 euro.
Il reddito da prendere a riferimento è quello conseguito dal beneficiario e dal coniuge nell’anno solare precedente il 1° luglio di ogni anno ed ha validità sino al 30 giugno dell’anno successivo, con esclusione dei redditi esenti da IRPEF tra cui:
- Trattamenti di fine rapporto;
- Reddito dell’abitazione principale;
- Importo della pensione da integrare al trattamento minimo.
Pensione minima 2023: aumenti in Legge di Bilancio
La Legge di Bilancio 2023 ha previsto, oltre alla rivisitazione del sistema di rivalutazione delle pensioni, un aumento significativo per le pensioni minime.
In particolare, mentre per i trattamenti pensionistici fino a 4 volte la pensione minima si applica la rivalutazione del 100% dell’inflazione, la pensione minima 2023 vedrà in proporzione un aumento ancora maggiore. Per il biennio 2023-2024 tredicesime comprese, è riconosciuto alle pensioni di importo inferiore o uguale al trattamento minimo INPS un ulteriore aumento pari a:
- 1,5% per il 2023;
- 2,7% per il 2024.
Questo si traduce in un importo della pensione minima 2023 pari a:
- 570 euro nel 2023;
- 580 euro nel 2024.
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