Pensione di Reversibilità: ecco tutto quello che c’è da sapere

Redazione 12/01/17
Per “pensione di reversibilità” si intende il trattamento che viene riservato dall’INPS ai “superstiti” del pensionato o del lavoratore deceduto (in tal caso viene definita “pensione indiretta”).

Pensione di Reversibilità: a chi spetta?

Sul sito web dell’INPS si spiega dettagliatamente a chi spetta la prestazione e rispettivamente si parla di:

  • coniuge, anche se separato o divorziato, se titolare di un assegno di mantenimento;
  • figli, se alla data del decesso del genitore non hanno ancora raggiunto la maggiore età, se si tratta di studenti o universitari con età tra i 18 e i 26 anni, ancora a carico alla data del decesso del parente, e infine se sono inabili, vale a dire con problemi fisici o mentali;
  • nipoti minori, anche se non formalmente affidati, qualora siano a carico degli ascendenti (quindi nonno o nonna) alla data della rispettiva morte;
  • in assenza di altre figure, spetta poi a fratelli celibi e inabili e a sorelle nubili e inabili, a carico della persona defunta, ovviamente se non già titolari di una pensione.

Si considera “inabile” il soggetto che a causa di infermità o difetto fisico o mentale si trovi nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.

Si considera “a carico” il superstite che non è economicamente autosufficiente: ciò avviene qualora il reddito individuale del superstite non supera l’importo del trattamento minimo della pensione maggiorato del 30%. Inoltre, risulta a carico il soggetto che è stato abitualmente mantenuto.

Quali sono i requisiti necessari?

Il lavoratore deceduto, non pensionato, deve aver maturato, in alternativa:

  • almeno 780 contributi settimanali (requisiti previsti per la pensione di vecchiaia prima dell’entrata in vigore del D.lvo 503/92);
  • almeno 260 contributi settimanali di cui almeno 156 nel quinquennio antecedente la data di decesso (requisiti previsti per l’assegno ordinario di invalidità).

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Pensione di Reversibilità: come si determina il suo ammontare?

Dalla legge sono stabiliti importi variabili, determinati sulla base della situazione familiare, e rispettivamente spetta:

  • il 60% della pensione esclusivamente se c’è il coniuge;spetta il 70% per un figlio;
  • il 80% per il coniuge e un figlio oppure due figli senza coniuge;
  • il 100% per il coniuge e i figli sono più di tre;
  • il 15% per ogni altro familiare, diverso dal coniuge, figli e nipoti.

Quando e come può terminare?

L’erogazione di tale trattamento non dura per sempre, in quanto il diritto alla pensione per i superstiti può finire nei casi in cui:

  • il coniuge si risposa;
  • viene meno lo stato di inabilità del soggetto che la percepisce;
  • i figli universitari terminano o interrompono gli studi;
  • i figli compiono il 26esimo anno di età;
  • i fratelli celibi e le sorelle nubili, si sposano o percepiscono un’altra pensione.

Cosa succede se ero titolare anche di ape social o pensione anticipata?

Quando il titolare di un assegno sociale o pensione sociale diventa titolare di pensione ai superstiti, perde contestualmente il diritto a dette prestazioni di natura assistenziale, che pertanto vengono revocate dalla data di decorrenza della nuova pensione, anche se a carico di Ente diverso dall’INPS (Circ. 65 del 21 marzo 1984).

Pensione di Reversibilità in pericolo: quanto conterà l’ISEE?

Se dovesse passare il disegno di legge delega sul “contrasto alla povertà”, il trattamento pensionistico in questione sarebbe legato, anziché all’IRPEF, all’ISEE: “Indicatore della Situazione Economica Equivalente” che considera la posizione economica di coloro che percepiscono le pensioni di reversibilità, richiedono agevolazioni e prestazioni sociali.

In questo modo, si negherebbe, per motivi meramente economici, un diritto inalienabile: quello alla pensione, maturata grazie ai  contributi versati dal lavoratore o dal pensionato deceduto, e non attraverso fondi pubblici.

Ma quali sono gli elementi che concorrono al superamento della soglia ISEE?

Sono diversi gli elementi che concorrono al superamento della soglia ISEE. Non soltanto i redditi da lavoro o da pensione, ma anche di case e terreni posseduti, conti correnti, carte prepagate, libretti e, in generale, risparmi, oltre ai redditi esenti da imposte. Nonché tutti i redditi posseduti dai componenti del nucleo familiare come, ad esempio, lo stipendio del figlio che risulta ancora facente parte del nucleo.

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Con la c.d. Legge Cirinnà (l. 76/2016) insieme alla disciplina del matrimonio, è stata estesa anche quella relativa alla pensione di reversibilità ai componenti delle unioni civili.

Sull’argomento: Pensione di reversibilità e Unioni Civili, la nuova disciplina INPS

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