Pensione di reversibilità: è compatibile con altri redditi?

Una domanda che sorge spesso spontanea in caso di percezione di una pensione di reversibilità, è se il trattamento previdenziale in capo al familiare del defunto è compatibile con altri redditi ed in caso affermativo entro quali limiti. Sappiamo che la disciplina dell’erogazione delle pensione ai superstiti è contenuta nell’art. 1, co. 41, della Legge 8 agosto 1995, n. 335 e s.m.i, e vi rientrano:

  • il coniuge;
  • i figli ed equiparatiche alla data di decesso dell’assicurato o del pensionato non abbiano superato il 18° anno di età o, indipendentemente dall’età, siano riconosciuti inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso di quest’ultimo;
  • in assenza del coniuge e dei figli o se, pur esistendo essi non abbiano diritto alla pensione ai superstiti, i genitori dell’assicurato o pensionatoche al momento della morte del dante causa abbiano compiuto il 65° anno di età, non siano titolari di pensione e risultino a carico del lavoratore deceduto;
  • in assenza del coniuge, dei figli o del genitore o se, pur esistendo essi non abbiano diritto alla pensione ai superstiti, i fratelli celibi e sorelle nubili dell’assicurato o pensionatoche al momento della morte di quest’ultimo siano inabili al lavoro, non siano titolari di pensione, siano a carico del lavoratore deceduto.

Ma per i figli studenti che lavorano per mantenersi gli studi è possibile cumulare tali redditi, anche se di modesto importo, con il trattamento previdenziale ai superstiti? Vediamo cosa c’è da sapere.

Pensione di reversibilità: quando si acquista lo status di studente?

Innanzitutto è necessario sapere che sono considerati studenti, ai fini della concessione della pensione ai superstiti, i figli superstiti che alla data di morte del dante causa:

  • hanno un’età compresa tra i 18 e i 21 anni e frequentano la scuola media o professionale, ovvero;
  • hanno un’età compresa tra 18 e 26 anni e risultano iscritti all’università o a scuole di livello universitario in un anno accademico compreso nella durata del corso di laurea.

Pensione di reversibilità: compatibilità redditi

In assenza di una previsione legislativa, la giurisprudenza considera non ostativo del diritto alla pensione ai superstiti lo svolgimento di attività lavorativa dalla quale derivi un reddito annuo inferiore al trattamento minimo annuo di pensione previsto dall’assicurazione generale obbligatoria maggiorato del 30%.

Pertanto, in caso di attività retribuita che non pregiudica la prevalente qualifica di studente, il superstite ha l’onere di comunicare tempestivamente all’INPS il reddito annuo presunto, nonché ogni variazione dello stesso.

L’orientamento giurisprudenziale è stato espresso dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 42 del 22-25 febbraio 1999, stabilendo che “la percezione di un piccolo reddito per attività lavorativa, pur venendo a migliorare la situazione economica dell’orfano, non gli fa perdere la sua prevalente qualifica di studente; sicché la totale eliminazione o anche la semplice decurtazione della quota di pensione di reversibilità si risolverebbe in una sostanziale lesione del diritto agli studi con deteriore trattamento dello studente, in contrasto con i principi di cui agli articoli 3, 4, 34, 35 della Costituzione”. Ergo, la prestazione di un lavoro retribuito come motivo di esclusione della quota di pensione non può riguardare attività lavorative precarie, saltuarie e con reddito minimo, ma solo le normali prestazioni durature e con adeguata retribuzione.

Si precisa, altresì, che non fanno perdere il diritto alla pensione di reversibilità:

  • l’impiego di studenti in lavori socialmente utili;
  • lo svolgimento di borsa lavoro;
  • le attività svolte nell’ambito dei progetti di servizio civile

Pensione di reversibilità: quando viene sospesa?

In caso di superamento del limite su menzionato, l’INPS procede all’immediata sospensione del trattamento pensionistico e al recupero delle somme indebitamente erogate nel corso dell’anno di riferimento. È bene tenere a mente che, ai fini del computo della condizione reddituale, rilevano i redditi derivanti da qualsiasi attività di lavoro.

Daniele Bonaddio

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