Nelle cartelle di verbale sono scritti nero su bianco tutti gli interventi da mettere in atto nell’arco del triennio, tra cui: la pensione anticipata, o meglio il cosiddetto Anticipo pensionistico (Ape), la misura sui precoci e l’aumento (non più raddoppio come aveva dichiarato Renzi) della quattordicesima per le pensioni minime.
Si tratta di misure che sono correlate anche all’aggiornamento del DEF (il documento di economia e finanza), approvato ieri sera e pubblicato oggi.
A conclusione dell’incontro di ieri dedicato alla Riforma Pensioni, è interessante riflettere sull’Ape Social: la pensione anticipata priva di tagli fiscali grazie alla presenza di un bonus fiscale.
Si tratta di uno strumento che annulla il costo dell’ammortamento del prestito versato per l’uscita anticipata dal lavoro così da non gravare sull’assegno pensionistico.
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Riforma Pensioni: ultime novità
Tante novità in campo di Riforma Pensioni, una tra le ultime è l’uscita dal mondo del lavoro a costo zero: un privilegio riservato a lavoratori:
- disoccupati;
- disabili;
- inabili a causa di infortunio;
- usuranti;
- bisognosi di cure.
Pensione Anticipata – APE: ecco come sarà
I lavoratori che hanno un età pari o superiore a 63 anni e che maturano entro 3 anni e 7 mesi il diritto alla pensione di vecchiaia d’importo non inferiore a und una determinata soglia, potranno accedere su base volontaria all’Ape, l’anticipo pensionistico.
Al momento si prevedono 2 anni di sperimentazione. L’Ape volontaria deve essere richiesta presso l’INPS, viene poi finanziata da un istituto di credito che sovvenziona il prestito; in maniera contestuale al prestito il soggetto richiedente attiva un’assicurazione con una compagnia assicuratrice contro il rischio di premorienza.
Il prestito verrà reso (con anche gli interessi bancari e gli oneri legati alla polizza assicurativa) a partire dalla data di pensionamento attraverso rate di ammortamento costanti per 20 anni. Qualora subentri il decesso del soggetto, viene stabilito che il capitale residuo verrà ripagato dall’assicurazione senza avere, dunque, ripercussioni sugli eredi o sull’eventuale pensione di reversibilità.
Si ricorda, inoltre, che l’anticipo pensionistico è esente da imposte e, per chi la richiede, sarà erogata ogni mese per un periodo di dodici mensilità.
Quando l’APE diventa Social?
Non ci sono dubbi sulla proposta di pensione anticipata presentata dal Governo il cui punto di forza è la possibilità concessa ai lavoratori over 63 di uscire prima dal mondo del lavoro grazie a un prestito bancario.
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Ma il Governo sta ragionando sulla possibilità di concedere l’uscita anticipata ad un numero maggiore di lavoratori attraverso l’Ape Social che non prevede la restituzione della somma anticipata dalla banca e quindi diventa totalmente a costo 0.
Pensione anticipata social: per chi?
Nello specifico la pensione anticipata social si rivolge ad una categoria specifica di lavoratori, cioè quelli appartenenti ad un settore in cui il rischio di infortunio è alto, per questi l’uscita dal mondo del lavoro sarà a carico dello Stato.
Resta critico il valore dell’assegno pensionistico, il Governo propone di non superare i 1.500 euro lordi al mese, a differenza dei sindacati che vogliono arrivare a 1.650 euro lordi.
Pensione Anticipata e imprese: quando i costi dell’APE sono sostenuti dal datore di lavoro
Per agevolare la scelta del lavoratore, qualora vi sia accordo tra le parti, il datore di lavoro può sostenere i costi dell’anticipo pensionistico mediante un versamento all’INPS di una contribuzione legata alla retribuzione percepita prima della cessazione del rapporto lavorativo, in presenza di accordi collettivi anche mediante specifici fondi bilaterali già esistenti oppure creati ad hoc per accrescere la pensione in maniera tale da compensare gli oneri connessi alla concessione dell’anticipo.
Il Governo, poi, con lo stesso scopo si è impegnato a definire misure di agevolazione fiscale per incentivare quote di contribuzione aggiuntiva non ordinaria da parte del datore di lavoro alla previdenza complementare, e così aumentare la rendita temporanea fornita dalla previdenza complementare o la pensione integrativa al fine di compensare gli oneri legato all’APE.
Si tratta di interventi pensati per consentire un potenziamento degli strumento atti a disciplinare il cosiddetto turnover aziendale.
Aumento Quattordicesima
L’accordo siglato mette in cantiere anche un aumento della cosiddetta quattordicesima mensilità, volto sia ad aumentare le somme corrisposte, sia ad ampliare la platea dei beneficiari (si parla di circa 1,2 milioni di pensionati).
L’intervento avverrà attraverso una dilatazione dell’importo per chi ne beneficia già attualmente (circa 2,1 milioni di pensionati con redditi che vanno fino a 1,5 volte il trattamento minimo annuo INPS), ma verrà realizzato anche mediante l’erogazione della quattordicesima ai pensionati che hanno redditi fino a 2 volte il trattamento annuo minimo INPS, ossia 1.000 euro al mese nel 2016.
Pensione Anticipata e Penalizzazioni: quando sono cancellate
Le penalizzazioni sul trattamento pensionistico in caso di accesso alla pensione anticipata prima del compimento del 62esimo anno di età saranno eliminate.
Pensioni e no tax area
L’accordo siglato ieri prevede di aumentare la detrazione d’imposta (che è riconosciuta fino a 55mila euro) per tutti i pensionati per poter uniformare la rispettiva no tax area a quella dei lavoratori dipendenti, ossia 8.125 euro.
Cumulo gratuito dei contributi
Viene prevista la possibilità di cumulare tutti i contributi previdenziali non coincidenti maturati in gestioni pensionistiche differenti, compresi anche i periodi di riscatto della laurea; questo sia ai fini delle pensioni di vecchiaia che delle pensioni anticipate.
La possibilità sarà senza oneri per tutti gli iscritti presso 2 o più forme di assicurazione obbligatoria dei lavoratori dipendenti, autonomi e degli iscritti alla gestione separata oltre che alle forme sostitutive ed esclusive della stessa, affinché si possa arrivare a percepire un’unica pensione (anche nei casi in cui sia già stato maturato un autonomo diritto alla pensione presso una singola gestione).
In tal senso, si ricorda infine che l’assegno pensionistico verrà ricalcolato pro-rata, applicando le disposizioni valevoli in ciascuna gestione.
Lavoratori precoci
L’uscita dal mondo del lavoro, per chi ha lavorato 12 mesi effettivi, anche non continuativi, prima del compimento dei 19 anni di età, viene anticipata a 41 anni di contributi nel caso in cui si appartenga alle categorie di lavoratori in difficoltà, ad esempio i disoccupati senza ammortizzatori sociali, i disabili o chi ha svolto mansioni faticose.
Lavori usuranti
E’ previsto l’anticipo del pensionamento di 12 o 18 mesi anche rispetto alla vigente normativa agevolata: a partire dal 2017, la possibilità di accedere al beneficio potrà avvenire se si sono svolte 1 o più attività usuranti, sia per un periodo di almeno 7 anni nel corso degli ultimi 10 di lavoro (senza il vincolo di impiego in attività usuranti durante l’anno in cui si raggiunge il requisito), sia avendo effettuato l’attività particolarmente usurante per un numero di anni pari ad almeno la metà dell’intera vita lavorativa.
L’accordo prevede, inoltre, a decorrere dal 2019, l’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita.
Rita
Infine, allo scopo di facilitare la previdenza complementare verrà identificata una nuova modalità per permettere al lavoratore che ha maturato un montante in un fondo integrativo di poter attingere prima dell’età di pensionamento a questo stesso montante, in maniera volontaria e nella misura scelta, e così usufruire di una rendita temporanea per il periodo mancante alla maturazione del diritto alla pensione (ossia l’età della pensione di vecchiaia).
Si tratta della cosiddetta Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA) e che verrà fiscalmente agevolata mediante una tassazione inferiore a quella ad oggi prevista per le anticipazioni, pari a quella stabilita sulla pensione complementare erogata in rendita.
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