Secondo quanto descritto nella riforma del 2012, infatti, non è venuta meno la possibilità per le donne di usufruire, in presenza di precise condizioni, della via d’uscita agevolata dal percorso lavorativo, in base alla legge approvata nel 2004, con l’attuale governatore della Lombardia nelle vesti di ministro del Lavoro del governo Berlusconi.
Nonostante la ristrettezza dei requisiti, e forse in ragione della tagliola dell’Inps che sta per accorciare i tempi inizialmente previsti nel 2015, sarebbero ormai 15mila le contribuenti che hanno fatto richiesta di accedere al programma straordinario per la pensione in anticipo. Nello specifico, quest’anno la quota arriva già a superare le 7700 unità, a fronte delle 8846 dell’intero 2013 e le 5646 del 2012.
Come andare in pensione in anticipo
C’è tempo fino alla fine del 2014 per accedere alla pensione anticipata: secondo le ultime direttive, infatti, l’Opzione donna scade il prossimo 31 dicembre.
In realtà, questa misura riguarda esclusivamente le lavoratrici del comparto pubblico, dal momento che il termine per le autonome è già scaduto il 31 maggio, mentre per le dipendenti delle aziende private rimarrà in vigore fino al prossimo 30 novembre (siccome sarà domenica, si passerà automaticamente al primo dicembre).
A seconda della categoria di appartenenza, sarà necessario avere maturato 35 anni di contributi e 57 anni di età per le lavoratrici dipendenti, uno in più per le autonome, margini innalzati a ragione della crescita di 3 mesi dalla speranza di vita, effetto – questo sì – dovuto alle modifiche intercorse con la legge Fornero.
Una volta presentata la domanda, alla lavoratrice è richiesto di restare in servizio nel tempo della finestra – corrispondente a un ulteriore anno – utile a permettere l’erogazione dell’assegno ridotto entro la fine del 2015.
I tagli alla pensione
A fare da spartiacque è il 1995:
chi entro quell’anno non avesse maturato 18 anni di contributi, avrà una decurtazione tra il 20 e il 25%, mentre coloro che avessero raggiunto tale traguardo vedrà l’assegno diminuire anche fino al 35%
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