A seguito, infatti, dell’ufficializzazione della notizia da parte del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha parlato dell’inserimento del nuovo meccanismo già a partire dalla legge di Stabilità per il 2017, oggi si torna a parlare delle penalizzazioni legate all’anticipo per coloro che sceglieranno il nuovo strumento di flessibilità in uscita.
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APE: SÌ ALLA PENSIONE ANTICIPATA MA CON QUALI PENALIZZAZIONI?
L’APE stabilisce specifiche penalizzazioni che variano in base ad alcuni parametri che di seguito elenchiamo:
1) numero di anni dell’anticipo dell’uscita dal mondo del lavoro;
2) entità dell’assegno percepibile al momento del raggiungimento della soglia di vecchiaia.
Questo meccanismo costituirebbe, infatti, il perno della nuova pensione anticipata per tutti quei soggetti che hanno raggiunto almeno 63 anni di età.
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Come riporta il Sole24Ore, tra le proposte al momento più gettonate e che quindi che dovrebbero trovare ufficializzazione in un documento la cui emanazione dovrebbe avvenire tra circa un mese, rientra quella di prevedere penalità piuttosto contenute per quanto riguarda gli assegni pensionistici più bassi, ossia fino a 3 volte il minimo.
In tal caso, la decurtazione sarebbe del:
– 2-3% per ciascun anno di anticipo rispetto all’assegno di vecchiaia intero fino a massimo 6-9% con uscita anticipata di 3 anni;
Per quanto, invece riguarda gli assegni pensionistici più elevati dei soggetti nati tra il 1951 e il 1953 il taglio potrebbe essere del:
– 5-8% per ogni anno di anticipo, fino a un massimo del 20% in caso di uscita anticipata di 3 anni.
APE, PENSIONE ANTICIPATA: COME VERRÀ CALCOLATA LA PENALIZZAZIONE?
Il calcolo della penalizzazione verrà effettuato soltanto sulla parte del montante della pensione determinata con il metodo retributivo: questo perché la quota contributiva produce da sola una penalizzazione con l’anticipo.
APE, PENSIONE ANTICIPATA: CHI PAGA?
Il nuovo meccanismo di uscita anticipata verrà finanziato per la maggior parte da banche e assicurazioni, le quali saranno chiamate ad erogare le mensilità di pensione anticipata per il tramite dell’INPS.
Questo in virtù del cosiddetto “prestito” che, una volta raggiunto il requisito di vecchiaia, verrà poi restituito dal pensionato ratealmente seguendo un percorso pluriennale. Per quanto, invece, attiene agli interessi da garantire alle banche e alle assicurazioni saranno tutti a carico dello Stato.
Infine, nel pacchetto della nuove Riforma delle pensioni (CLICCA QUI PER LO SPECIALE SU RIFORMA PENSIONI: ULTIME NOVITÀ) alla quale è al lavoro il Governo potrebbe rientrare anche un intervento di semplificazione delle regole per il ritiro anticipato dei lavoratori che sono esposti ad attività usurante, i cosiddetti lavori usuranti.
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