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Non si tratta di una beffa bensì dello strumento della cosiddetta isopensione che permette appunto ai lavoratori di accedere al pensionamento anticipato sino a 4 anni senza perdere la retribuzione.
ISOPENSIONE: CHE COS’E’?
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Di fatto, l’isopensione è assorbita dalla pensione anticipata, tuttavia dal punto di vista formale rappresenta un trattamento a sostegno del reddito, come la disoccupazione e la mobilità. Questo quanto convalidato sia dall’INPS che da una circolare diffusa dal Ministero del Lavoro (n. 24 del 19/06/2014).
L’importo della prestazione alla quale il lavoratore ha diritto, nello specifico, risulta pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alla normativa in vigore.
Sul datore di lavoro pesa l’obbligo di effettuare il versamento della contribuzione fino alla data di raggiungimento dei requisiti utili per il pensionamento.
ISOPENSIONE: QUALI SONO I REQUISITI PER OTTENERLA?
Può beneficiare di questo sistema di pensionamento anticipato esclusivamente il personale di aziende occupanti, in media, più di 15 dipendenti, a cui devono mancare non più di 4 anni al raggiungimento dei requisiti utili ai fini pensionistici.
Per verificare la sussistenza o meno dei requisiti richiesti per poter fruire dell’isopensione si consiglia di richiedere all’INPS, direttamente online oppure mediante patronato, l’Estratto conto certificativo (il cosiddetto Ecocert).
Quest’ultimo altro non è che il documento dove sono riportati tutti i contributi accreditati a favore del lavoratore, nonché gli anni in cui hanno avuto luogo i versamenti contributivi. Se dalla verifica dovesse venire fuori che determinati versamenti mancano all’appello, il lavoratore interessato avrà la possibilità di comunicarlo all’INPS sfruttando l’apposita voce “Segnalazione contributiva”.
ISOPENSIONE: COME RICHIEDERLA?
L’iter di richiesta dell’isopensione non è immediata, in quanto il lavoratore non può domandarla in maniera autonoma, ma deve essere effettuata dall’azienda, necessitando della stipula di accordi sindacali in merito.
In pratica, ai fini della richiesta, è necessario che:
1) l’azienda individui l’insieme dei lavoratori in esubero ed esponga il dato al Sindacato;
2) venga sottoscritto un accordo sindacale, individuante, quale eccedenza, l’insieme dei lavoratori che entro 4 anni possono accedere alla pensione di vecchiaia o a quella anticipata;
3) l’azienda presenti la pre-adesione ai lavoratori interessati, comunicando all’INPS le pre-adesioni e il relativo accordo sindacale;
4) l’Istituto previdenziale verifichi la posizione dei lavoratori interessati all’adesione e trasmetta all’azienda un documento di stima della spesa nel periodo di prepensionamento;
5) i dipendenti interessati vengano adeguatamente informati circa i calcoli dell’INPS per poi valutare se accettare, o meno, l’isopensione;
6) prima della liquidazione dell’isopensione al lavoratore da parte dell’INPS, si richiede all’azienda di corrispondere all’Istituto gli importi conteggiati. Il versamento può essere unico oppure rateale, tuttavia l’azienda deve predisporre a garanzia del debito una fideiussione bancaria;
7) una volta effettuati tutti i menzionati compimenti, l’isopensione è posta in pagamento.
ISOPENSIONE: QUALI CONSEGUENZE PER I LAVORATORI CHE LA RICEVONO?
Una volta che il lavoratore riceve le stime dell’INPS, nel caso voglia aderire in via definitiva all’isopensione, non avrà più alcuna possibilità di tornare sui suoi passi in quanto il rapporto di lavoro viene considerato terminato.
A differenza di quanto previsto di norma per i trattamenti a sostegno del reddito, in tal caso il lavoratore può essere cumulato con eventuali redditi da lavoro dipendente oppure autonomo; in quanto l’INPS non è tenuto ad effettuare nessun tipo di riduzione sull’importo della prestazione in caso di rioccupazione.
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