Questo perché il meccanismo di pensionamento è stato reso rigido anno dopo anno, a partire dal 1° gennaio 2012 con la cd. “Manovra Salva-Italia”. Quindi, vi era il bisogno di riuscire a svincolarsi dai rigidi parametri della pensione di vecchiaia, che si raggiunge a 67 anni e con un minimo di 20 anni di contributi, e della pensione anticipata, raggiungibile a 41 anni e 10 mesi (per gli uomini) e 42 anni e 10 mesi (per le donne), a prescindere dall’età anagrafica.
Pertanto, anno dopo anno, i Governi che si sono succeduti hanno cercato di favorire la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro: da ultimo, tanto per fare un esempio, la cd. “quota 100” che permette di pensionarsi con almeno 36 anni di contributi e 62 anni d’età anagrafica minima.
Ma andiamo in ordine e vediamo nello specifico tutte le modalità di accesso alla pensione anticipata 2021, come fare domanda e quali sono i requisiti da possedere.
Ecco tutti i modi per uscire dal mondo del lavoro e godersi la meritata pensione.
Pensioni marzo, aprile e maggio 2021: confermato il pagamento anticipato. Le date
Pensione anticipata 2021: quota 100
La pensione “quota 100”, introdotta dall’art. 14 del D.L. n. 4/2019, convertito con modificazioni in L. n. 26/2019, in via sperimentale per il triennio “2019-2021” prevede la possibilità – in deroga ai requisiti ordinari – di conseguire il diritto alla pensione anticipata al ricorrere delle seguenti condizioni:
- età anagrafica non inferiore a 62 anni;
- anzianità contributiva non inferiore a 38 anni.
I requisiti pensionistici possono essere raggiunti anche cumulando i periodi assicurativi non coincidenti presenti in due o più gestioni tra quelle indicate dalla norma e amministrate dall’INPS.
Una volta raggiunti i requisiti, per l’effettivo diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico deve trascorrere il periodo previsto per l’apertura della cd. “finestra mobile”, diversificata in base al datore di lavoro ovvero alla gestione previdenziale a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico. In particolare:
- i lavoratori dipendenti del settore privato ed i lavoratori autonomi, conseguono il diritto alla prima decorrenza utile del trattamento pensionistico trascorsi 3 mesi dalla maturazione dei requisiti;
- i lavoratori dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, di cui all’art. 1, co. 2, del D.Lgs. n. 165/2001, conseguono il diritto alla prima decorrenza utile del trattamento pensionistico trascorsi 6 mesi dalla maturazione dei requisiti
Pensione anticipata 2021: opzione donna
Altro metodo di pensionamento, riservato unicamente alle quote rosa, è l’opzione donna. Si tratta di uno strumento, disciplinato dall’art. 1, co. 9 dalla L. n. 243/2004 (Legge Maroni), che consente alle lavoratrici – sia autonome che subordinate – di andare in pensione in maniera anticipata rispetto ai trattamenti previdenziali ordinari, ossia la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata.
L’opzione è riservata esclusivamente alle lavoratrici iscritte all’Ago (Assicurazione generale obbligatoria), ed ai fondi ad essa sostitutivi od esclusivi (dipendenti del settore privato, pubblico impiego e lavoratrici autonome) in possesso di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995.
Pertanto, non vi rientrano le lavoratrici iscritte alla Gestione separata INPS, di cui all’art. 2, co. 26 della L. 335/1995.
Possono accedere alla predetta misura le lavoratrici, dei settori pubblico e privato, dipendenti o autonome, che entro il 31 dicembre 2020 compiranno 58 anni (59 anni se autonome) in presenza di almeno 35 anni di contributi.
L’opzione donna, tuttavia, presenta alcuni limiti:
- il meccanismo di calcolo, che è quello contributivo, di cui al D.Lgs. 30 aprile 1997, n. 180 (in genere più penalizzante rispetto al sistema retributivo);
- la decorrenza del primo assegno pensionistico, in quanto tale tipologia di prestazione soggiace ancora alla cd. “finestra mobile” (cfr. INPS, Circolare n. 53/2011), che prevede un meccanismo in base al quale l’erogazione avviene dopo 12 mesi dalla maturazione dei predetti requisiti per le dipendenti ovvero 18 mesi per le autonome.
Pensione anticipata 2021: Ape sociale
L’Ape sociale (Anticipo pensionistico sociale) è stato prorogato recentemente dalla Legge di Bilancio 2021 e prevede in favore di alcune categorie di lavoratori meritevoli di una particolare tutela da parte del legislatore, di accompagnarli fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia (per il 2021 pari a 67 anni).
L’anticipo pensionistico sociale può essere richiesto a condizione di aver raggiunto 63 anni di età, oltre ad aver maturato, entro il 31 dicembre 2021, almeno 30 anni.
Come anticipato, lo strumento è riservato esclusivamente ai lavoratori che versano in condizione di difficoltà, ed in particolare a quattro profili di tutela:
- disoccupati;
- invalidi (superiore o uguale al 74%);
- caregivers (soggetti che assistono parenti disabili da almeno sei mesi. Sono inclusi il coniuge o un parente di primo grado, parente o affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti);
- addetti a mansioni cd. gravose (contenuti nel Decreto 18 aprile 2018).
Pensione anticipata 2021: lavoratori precoci e usuranti
Nell’ambito della pensione anticipata, esistono poi categorie di soggetti, considerati “svantaggiati”, che possono ottenere la pensione in anticipo versando meno contributi, vale a dire:
- i lavoratori cd. “precoci”;
- i lavoratori impiegati in attività gravose ed usuranti.
Per i primi, la pensione è raggiungibile a soli 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica del lavoratore, sia per gli uomini che per le donne che abbiano svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del 19° anno di età
Inoltre, occorre che si trovino in alcuni specifici profili meritevoli di una particolare tutela (disoccupati a seguito di licenziamento con esaurimento degli ammortizzatori sociali da almeno 3 mesi, invalidi civili con una invalidità non inferiore al 74%, soggetti che assistono disabili, addetti a lavori usuranti o a lavori gravosi).
Tuttavia, i lavoratori che perfezionano il prescritto requisito dal 1° gennaio 2019, conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico decorsi tre mesi dalla maturazione del predetto requisito, secondo le disposizioni previste nei rispettivi ordinamenti.
Per quanto concerne, invece, i lavori gravosi ed usuranti il 26 febbraio 2018 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 47, il Decreto 5 febbraio 2018 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali contenente l’elenco aggiornato e dettagliato delle attività gravose che, a partire dal 1° gennaio 2018, hanno diritto di ritirarsi con la pensione anticipata al raggiungimento di 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.
Pensione anticipata 2021: isopensione
L’art. 1, co. 345 della L. n. 178/2020 (“Legge di Bilancio 2021”) ha esteso, fino al 31 dicembre 2023, la possibilità di poter andare in pensione con il meccanismo dell’“isopensione”. Mediante tale strumento è possibile accedere al pensionamento anticipato qualora si raggiungano i requisiti minimi nei 7 anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro.
Quindi, la Manovra Finanziaria 2021 ha prorogato la misura di ulteriori 3 anni (l’isopensione scadeva il 31 dicembre 2020) consentendo ai lavoratori di imprese, con almeno 15 dipendenti, di poter accordarsi e ritirarsi in anticipo, a 7 anni dalla pensione.
La facoltà è rivolta esclusivamente alle aziende con un organico medio che superi i 15 dipendenti. Inoltre, è assolutamente necessario che tra azienda, INPS e sindacati sia raggiunto un accordo di esodo.
Pensione anticipata 2021: scivolo pensionistico nel contratto di espansione
Per concludere, si richiama il cd. “contratto di espansione”. Trattasi di uno scivolo pensionistico per le aziende che ricorrono al “contratto di espansione”. Per poter esercitare lo “scivolo pensionistico” il lavoratore deve:
- non trovarsi a più di 5 anni dal conseguimento della pensione di vecchiaia;
- aver maturato il requisito minimo contributivo;
- non trovarsi a più di 5 anni dal conseguimento della pensione anticipata.
Esso consiste nel riconoscimento da parte del datore di lavoro, per tutto il periodo e fino al raggiungimento del primo diritto a pensione, di un’indennità mensile, ove spettante comprensiva dell’indennità NASpI, commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, così come determinato dall’INPS.
Leggi anche “Pensioni 2021: a marzo arriva il ricalcolo. Come cambia l’assegno Inps”
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