Nello specifico, inoltre, si è cercato di agganciare gli schemi di retribuzione secondo la suddivisione sancita dagli step individuati in sede di contributo unificato,introducendo, però, una progressione relativa a quattro diverse fasi. Tra le novità, poi figura anche il reintegro delle spese forfettarie o equo compenso.
Tutto ciò, è emerso a seguito del plenum tra Consiglio nazionale Forense, Unioni, Cassa forense, Oua e associazioni di categoria, il primo da quando la riforma forense è diventata realtà, passando all’ostica fase dell’attuazione, che dovrebbe protrarsi fino al 2015.
Intanto, però, un primo, e fondamentale, paletto è stato posto: i parametri sono stati finalmente messi nero su bianco dal Consiglio, che ha inviato la pratica al ministro della Giustizia Cancellieri. Obiettivo della bozza approvata è quello di andare oltre al decreto 140/2012, che aveva indicato le linee generali valide per i parametri delle professioni, generando, peraltro, un contenzioso finito nelle Aule di giustizia amministrativa.
Ora, infine, ecco le tabelle redatte con la benedizione del Cnf, che evidenziano i diversi parametri a seconda degli incarichi e della tipologia di giudizio. Così, vediamo nel civile come gli scaglioni creati riguardino mediazione, concorsi, arbitrii e materia stragiudiziale. Questi criteri resteranno validi nel caso in cui tra avvocato e cliente non vi sia accordo sulla remunerazione, cosicché toccherà al giudice stabilire il dovuto a seconda del genere di attività e dell’ambito processuale in cui è stata svolta. Il margine di allontanamento dai parametri enunciati nelle tabelle predisposte dal Cnf potranno alzarsi fino al 70% della base di partenza o abbassarsi del relativo 30%.
Leggermente diverso quanto previsto per il penale, dove può incorrere anche il ricorso a eventuali indagini a scopo di difesa. Attraverso la stesura di questi parametri, il Cnf ha informato di richiamarsi a principi di “semplificazione, trasparenza e equità di facile e immediata consultazione per gli operatori del diritto e per i cittadini”. Confermata, invece, la linea dura sui tagli delle sezioni distaccate e della nuova conformazione territoriale dei Tribunali: il Cnf interverrà in prima persona alla Corte costituzionale sul giudizio di legittimità della norma.
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