Messo a punto come lo strumento definitivo per stanare i furbetti, il nuovo Isee si prefigge di valutare il reddito famigliare concreto, filtrando l’accesso a bonus e prestazioni agevolate in termini di fisco e welfare, come detrazioni extra e borse di studio non spettanti.
Il decreto istitutivo dell’Isee, Dpcm 159/2013, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale nello scorso mese di febbraio, entrando in vigore l’8 febbraio. Così, a 90 giorni esatti dalla sua resa effettiva, siamo dunque arrivati alla conclusione della fase preliminare e alla partenza del nuovo meccanismo della Dsu.
Si tratta di uno strumento indispensabile per il funzionamento corretto del nuovo Isee, che ogni famiglia sarà chiamata a compilare per attestare il concreto livello di reddito soggettivo dei proprio appartenenti, ivi incluse anche le eventuali prestazioni.
Naturalmente, per l’adozione definitiva della nuova dichiarazione sostitutiva unica, non basterà solo il parere del governo, coinvolto a vari livelli e con diversi ministeri, in primis quello dell’Economia, ma la nuova Dsu – e di riflesso, il nuovo Isee – dovrà ricevere il benestare completo anche dell’Inps, dell’Agenzia delle Entrate e del garante per la privacy.
Un cammino, insomma, che ricorda molto da vicino quello di un altro strumento per scoprire le dichiarazioni fasulle, come il redditometro, che di recente ha ricevuto il via libero definitivo proprio dall’Authority sui dati personali.
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