Nuovo Codice Appalti, ultimo aggiornamento: Guida alle novità in vigore

Redazione 17/05/16
In materia di Nuovo Codice Appalti, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (decreto legislativo 50/2016) il 19 aprile scorso, riportiamo gli ultimi aggiornamenti su: novità in vigore, linee guida dell’ANAC e intervento delle Regioni.

NUOVO CODICE APPALTI: GUIDA ALLE PRINCIPALI NOVITÀ DEL TESTO

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In sintesi ecco i punti di principale novità contenuti nella versione definitiva, rispetto a quella iniziale:

1)  è stato inserito il tetto del 30% al subappalto;

2) non è stato previsto il riferimento obbligatorio al DM Parametri,

3) non sono state abbassate le soglie per il massimo ribasso e la procedura negoziata, che sono rimaste ferme a un milione di euro.

NUOVO CODICE APPALTI: COSA ENTRA IN VIGORE DA SUBITO?

PER TUTTE LE INFO SI CONSIGLIA IL SEGUENTE VOLUME:

Entrano in vigore dal 20 aprile (e non più dal 19):

– l’aggiudicazione con l’offerta economicamente più vantaggiosa,

– il divieto di appalto integrato,

– il limite del 30% al subappalto,

– la cancellazione dell’incentivo del 2% ai progettisti interni alla Pubblica Amministrazione.

CODICE APPALTI, ULTIMO AGGIORNAMENTO: SOFT LAW E INTERVENTO DELLE REGIONI

L’iter di effettiva applicazione del Nuovo Codice Appalti continua a svilupparsi con i vari, diversi strumenti necessari alla sui concreta definizione.

A seguito dell’emanazione delle linee guida ANAC (POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: Nuovo Codice Appalti: ecco le Linee Guida dell’ANAC, scarica i testi) ora si transita per l’adozione di ulteriori decreti (ministeriali, del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio dei Ministri), che compongono il mosaico della nuova “soft law” atta a costruire quella legislazione di dettaglio in grado di fornire un’applicazione corretta alla nuova disciplina.

Si prevede, per quello che attiene ad alcune di queste norme attuative, l’intervento delle Regioni e delle Province Autonome. Se, infatti, da un lato la partecipazione degli Enti locali risponderà alle necessità dei territori, dall’altro bisogna tenere a mente che la riforma costituzionale ha riscritto le competenze delle Regioni.

Pertanto, sarà necessario valutare quanto queste incideranno nella programmazione delle opere strategiche da appaltare e nella definizione delle procedure, ma soprattutto se le stesse saranno capaci di a fare ciò senza provocare ritardi nella realizzazione delle infrastrutture.

 

 

Redazione

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