La riscossione cartelle da parte dell’Agenzia delle entrate cambia veste. Il consiglio dei ministri ha acceso il semaforo verde al decreto legislativo sulla riscossione, nato per snellire il grande magazzino di debiti fiscali, giunto alla spaventosa cifra di 1.200 miliardi di euro. Il via libera definitivo è stato dato il 3 luglio 2024 e la riforma è pronta a partire.
Il decreto legislativo prevede per l’Agenzia delle entrate riscossione una pianificazione annuale volta ad assicurare la salvaguardia dei crediti tributari affidati dai vari Enti mediante il tempestivo tentativo di notifica della cartella di pagamento e degli atti interruttivi della prescrizione e la conseguente tempestiva gestione delle attività di recupero.
Viene poi introdotto, a partire dal 2025, l’istituto del discarico automatico dei ruoli affidati all’agente della riscossione, decorsi 5 anni dal loro affidamento, ad eccezione di quelli i cui crediti sono oggetto di procedure esecutive, concorsuali o di accordi di ristrutturazione del debito ai sensi del codice della crisi d’impresa.
Inoltre, viene introdotta una progressiva estensione del numero massimo di rate per la rateizzazione ordinaria dei debiti fiscali. La riforma fiscale continua quindi il suo percorso.
In breve come cambia la gestione delle cartelle esattoriali nei confronti dei contributi con il nuovo decreto Riscossione.
Indice
Discarico cartelle automatico dopo 5 anni
Uno dei punti focali del decreto Riscossione approvato in Cdm è che dal 1° gennaio 2025 le cartelle esattoriali non riscosse entro 5 anni verranno cancellate automaticamente. Si chiama discarico automatico ed è stato inserito nella bozza del dlg all’articolo 3 “Le quote affidate all’Agenzia delle entrate-riscossione a decorrere dal 1° gennaio 2025 e non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento sono automaticamente discaricate secondo quanto stabilito con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze”.
In ogni caso, spiega l’articolo: l’Agenzia delle entrate riscossione può trasmettere in qualsiasi momento all’ente titolare del credito, telematicamente e con le modalità stabilite dal decreto la comunicazione di discarico anticipato delle quote che le sono state affidate dal 1° gennaio 2025 e per le quali la stessa ha rilevato:
a) la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale;
b) mediante accesso effettuato, prima del discarico, ai sensi dell’articolo 18, comma 2, del decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112, l’assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti.
Si tratta di un’operazione con lo scopo di svuotare il mare di cartelle stanno letteralmente affogando il mazzino della riscossione. Una mole enorme di debiti mai saldati e mai più esigibili, perché riferita anche a persone defunte, nullatenenti, e non più reperibili.
E’ importante però chiarire che non si tratta di stralcio cartelle (come quello più volte deciso nell’arco degli ultimi anni). Queste non verranno automaticamente cancellate e cestinate, l’ente creditore potrà decidere di adottare 3 soluzioni diverse:
- gestire in proprio la riscossione coattiva delle somme discaricate;
- affidarla in concessione a soggetti privati mediante gara pubblica;
- riaffidarla all’Agenzia delle entrate riscossione per 2 anni, nel caso in cui l’ente creditore venga a conoscenza di nuovi e significati elementi reddituali del debitore.
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Per i carichi affidati alla riscossione dal 2000 al 2024, sarà una Commissione presieduta da un magistrato della Corte dei Conti che dovrà proporre soluzione legislative per il magazzino della riscossione”.
Cartelle escluse dal discarico dopo 5 anni
Non verrà temporaneamente applicato l’istituto del discarico a particolari tipologie di debiti. Si tratta delle quote affidate all’Agenzia delle entrate-riscossione a decorrere dal 1° gennaio 2025 per le quali:
- al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento risulta sospesa la riscossione ovvero pendono ancora procedure esecutive o concorsuali;
- tra la data di affidamento e il 31 dicembre del quinto anno a esso successivo sono conclusi accordi ai sensi del codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, ovvero sono intervenute dilazioni, ancora in essere al predetto 31 dicembre ovvero per i quali, entro la medesima data, si sono verificati l’inadempimento, la revoca o la decadenza dal beneficio ovvero, nel medesimo periodo di tempo, è stata disposta la sospensione della riscossione per almeno diciotto mesi anche non continuativi.
Decreto Riscossione: aumentano le rate
Cambia anche il sistema di rateizzazione delle cartelle di pagamento. Per i debiti inferiori o pari a 120 mila euro, verrà concessa un’ulteriore dilazione dalle attuali 72 rate mensili, passando a<.
- fino 84 rate nel 2025 e 2026;
- fino a 96 rate nel 2027 e 2028, fino a 96 rate mensili;
- fino a 108 rate nel 2029 e 2030
- dal 2031, si valuterà la possibilità di concedere 120 rate.
Inoltre, come riportato anche nella nota stampa del Consiglio dei ministri, in caso di comprovato peggioramento della situazione economica del debitore, il periodo può essere prorogato di una sola volta per un periodo di pari durata.