La scorsa settimana il Parlamento ha proceduto alla nomina dei membri dell’Agcom e del Garante Privacy, ponendo in essere una procedura al limite del ridicolo.
In presenza di una normativa “volutamente” vaga e generica, il Parlamento ha ritenuto di gettare alle ortiche ogni trasparenza ed ogni valutazione comparativa nella scelta dei nuovi commissari. Si è assistito così ad una sfrontata spartizione delle poltrone tra i partiti politici, ignorando le richieste di trasparenza provenienti dalla società civile, e non degnando neanche di uno sguardo le centinaia di curricula giunti. Neanche l’ultimo co.co.pro. del più piccolo ente pubblico del più sperduto ente locale viene nominato con una simile farsa. La parola passa adesso ai giudici amministrativi, che si pronunceranno sull’illegittimità del procedimento di nomina.
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