Il provvedimento recepisce nell’ordinamento italiano la direttiva comunitaria 2009/110/Ce che amplia la definizione di moneta elettronica includendo non solo tutti i prodotti disponibili oggi sul mercato creditizio ma anche quelli che verranno sviluppati in futuro.
Tra gli elementi di novità del provvedimento, sicuramente rileva la prescrizione decennale per i rimborsi di moneta elettronica, ovvero il diritto ad avere indietro dalle banche e dagli altri istituti di moneta “virtuale” le somme depositate per far fronte ai piccoli pagamenti di tutti i giorni, che si prescriverà dopo dieci anni dalla scadenza del rapporto e non più dopo un anno come avviene oggi. Inoltre, ai sensi della normativa antiriciclaggio (dlgs n.231/2007) scatterà l’obbligo di adeguata verifica della clientela ogniqualvolta sul dispositivo di moneta elettronica venga memorizzato un importo superiore a 250 euro (prima 150 euro).
Il decreto legislativo, composto da cinque articoli in tutto, introduce delle novelle specifiche al Testo unico bancario (d.lgs n.385/1993) adeguandolo alla direttiva comunitaria. Cambia la stessa definizione di moneta elettronica, che adesso esprime il “valore monetario memorizzato elettronicamente rappresentato da un credito nei confronti dell’emittente che sia emesso per effettuare operazioni di pagamento“. Da qui, l’impossibilità per le banche di corrispondere interessi sulle somme depositate.
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