Modello 730, conguaglio a debito: perché si paga di più, pagamento, rateizzazione

Conguaglio a debito nel modello 730. Il modello 730 per la dichiarazione dei redditi, è specificamente rivolto ai lavoratori dipendenti e pensionati. Con la presentazione del 730, il contribuente non deve eseguire particolari calcoli, e ottiene il rimborso dell’imposta direttamente nella busta paga o nella rata della pensione, a partire dal mese di luglio (per i pensionati a partire dal mese di agosto o settembre).

Se invece risulteranno delle imposte da versare, le relative somme verranno trattenute dalla retribuzione (a partire dal mese di luglio) o dalla pensione (a partire dal mese di agosto o settembre) direttamente nella busta paga.

I sostituti d’imposta sono dunque tenuti ad effettuare il conguaglio in busta paga delle risultanze fiscali generate dalla presentazione del modello 730 a partire dal mese di luglio.

Il risultato della liquidazione, si può verificare dal modello 730-3, dal quale potrà emergerà un credito a o un debito a carico del contribuente dichiarante.

La scadenza del termine di presentazione del modello 730 precompilato è fissata al 23 luglio, mentre, per coloro che presentano il 730 al sostituto d’imposta, la scadenza è il 7 luglio.

Modello 730: conguaglio a credito

Qualora dal risultato del modello 730 scaturisca un conguaglio a credito, lo stesso sostituto d’imposta effettuerà il rimborso delle somme direttamente nella busta paga.

In caso di incapienza delle ritenute operate sulla totalità delle retribuzioni, i residui crediti saranno posti a rimborso nei mesi successivi, fino al mese di dicembre.

Se alla fine del periodo d’imposta, non sarà stato possibile completare il rimborso, il sostituto d’imposta è tenuto a comunicare all’interessato gli importi ai quali lo stesso ha diritto provvedendo anche a indicarli nella CU dell’anno successivo. Tali importi potranno essere fatti valere dal contribuente nella successiva dichiarazione, oppure chiesti a rimborso all’Agenzia delle Entrate.

730 conguaglio a debito: perché si paga di più

Il conguaglio a debito si verifica quando le ritenute operate dal datore di lavoro nella CU, e le spese detraibili e deducibili sostenute dal contribuente a suo nome o per conto dei familiari a carico, non sono sufficienti a coprire le tasse, (Irpef e addizionali regionali e comunali), emerse dalla dichiarazione dei redditi.

Conguaglio a debito nel modello 730: come si paga

Le somme risultanti a debito, devono essere trattenute dalle retribuzioni di competenza del mese di luglio.

Nel caso in cui tale retribuzione non sia sufficiente, la parte residua sarà trattenuta dalla retribuzione erogata nei mesi successivi. Tale differimento dei termini di pagamento comporta l’applicazione dell’interesse in ragione dello 0,40% mensile.

Conguaglio a debito: come rateizzare le somme

Lo stesso lavoratore può decidere di rateizzare il proprio debito Irpef in un massimo di 5 rate, da luglio a novembre. In questo caso il sostituto d’imposta calcola l’importo delle singole rate, maggiorate dei relativi interessi dello 0,33% mensile, e trattiene gli importi dovuti a decorrere dai compensi di competenza del mese di luglio.

Conguaglio a debito: acconto Irpef

Si ricorda che se dovuto, a novembre viene effettuata la trattenuta delle somme a titolo di seconda o unica rata di acconto relativo all’Irpef. Se il contribuente vuole che la seconda o unica rata di acconto sia trattenuta in misura minore rispetto a quanto indicato nel prospetto di liquidazione (perché, ad esempio, ha sostenuto molte spese detraibili e ritiene che le imposte dovute nell’anno successivo dovrebbero ridursi) oppure che non sia affatto effettuata, deve comunicarlo per iscritto al sostituto d’imposta entro il 30 settembre, indicando, sotto la propria responsabilità, l’importo che eventualmente ritiene dovuto.

Assenza del sostituto d’imposta

Se al momento di effettuare il conguaglio non si ha un sostituto d’imposta che possa accreditare o addebitare il saldo della dichiarazione sulla busta paga, bisogna principalmente indicare la lettera “A” nella casella “730 senza sostituto” del frontespizio e, nella sezione “dati del sostituto”  bisogna barrare la casella “mod. 730 dipendenti senza sostituto d’imposta”.

Se dal 730 risulterà un credito, si può comunicare all’Agenzia delle Entrate l’Iban per riceverlo direttamente sul conto corrente. Se l’Agenzia non ha gli estremi del conto corrente e il credito non supera i 1.000 euro, il contribuente sarà invitato a presentarsi alla Posta per riscuotere il rimborso in contanti, se invece, l’importo è maggiore di 1.000 euro, verrà emesso un vaglia cambiario dalla Banca d’Italia da riscuotere in banca.

Se invece risulta un debito si dovrà effettuare il versamento alle scadenze previste con il modello F24, che potrà essere consegnato anche dai Caf o dai professionisti. Per chi presenta il 730 online, nel sito dedicato alla dichiarazione precompilata, vi è la sezione dove poter pagare l’F24, il modello potrà essere anche stampato e pagato nei metodi ordinari.

Presenza di più certificazioni uniche

Se il contribuente durante l’anno ha avuto più rapporti di lavoro, sarà in possesso di più Certificazioni Uniche (CU) e quindi sarà obbligato a presentare il modello 730.

Quando si è titolari di più redditi, erogati (ad esempio) da due datori di lavoro o enti diversi, e che non vengono conguagliati o vengono conguagliati in parte, sarà in sede di dichiarazione dei redditi che verrà calcolato l’importo esatto delle tasse dovute.

Dovendo sommare i redditi percepiti e presenti nelle CU, il reddito finale sarà più alto rispetto alle singole CU, e potrà determinare un conguaglio finale a debito, che scaturisce dall’Irpef non eventualmente conteggiata dal sostituto.

L’Irpef che pagano i lavoratori dipendenti e pensionati, è una imposta progressiva ed è strutturata in cinque aliquote e altrettanti scaglioni di reddito (L’aliquota per il primo scaglione è del 23%).

Presentando il 730, i redditi contenuti nelle due o più certificazioni uniche, vengono sommati. Dunque, l’Irpef dovuta, spesso aumenta perché gli importi sono tassati nel totale e non più separatamente. E’ molto probabile che la somma dei due redditi andrà a determinare un conguaglio a debito rientrando in uno scaglione superiore dove è inoltre prevista una aliquota più alta.

 

 

Giuseppe Moschella

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