La mini Imu altro non è che il pagamento del 40% della quota in eccesso dalla seconda rata del tributo, calcolato sulla base dell’aliquota, nei casi in cui questa, durante il 2013, è stata innalzata dai Comuni rispetto alle indicazioni centrali.
Dunque, i passaggi per sapere se si deve pagare riguardano, innanzitutto, il controllo dell’aliquota nel territorio del Comune in cui l’immobile è situato: se questa è superiore al 4 per mille, allora si tratta di uno dei 2mila e 400 municipi che hanno dichiarato di aver alzato l’aliquota nel corso dell’anno passato. QUI L’ELENCO COMPLETO DEI COMUNI DOVE SI DEVE PAGARE LA MINI IMU
Quindi, i passaggi per calcolare l’importo dal versare il prossimo 24 gennaio passa attraverso alcuni conteggi complicati, che prendono il via dal normale ammontare dell’Imu che rispecchi l’aliquota definita dal Comuni, quindi aggiornata alla nuova percentuale imponibile del 4 per mille. In entrambi i casi, va tenuto conto delle detrazioni: le due somme andranno sottratte – naturalmente si parte dal valore con l’aliquota massima e si toglie quella di partenza. Il risultato ottenuto andrà calcolato al 40%, e si avrà, così, il risultato della mini Imu da versare nelle casse del proprio COmune.
A questo proposito, nel definire l’imposta si parte dalla rendita catastale, riferendosi, con ciò, ovviamente, al valore di riferimento dell’immobile, rivalutato del 5% e dunque moltiplicata per il coefficiente della categoria del vano, pari a 160 per le case.
Così, in caso di aliquota per esempio al 5 per mille deliberata nel corso del 2013 dal Comune di riferimento, si dovrà effettuare la moltiplicazione della rendita per il tasso sottoposto a imposizione. Ottenuto il risultato, per scoprire l’importo finale andranno eliminate le detrazioni presenti, relative a 200 euro per le abitazioni principali, più 50 euro per ogni figlio presente nel nucleo famigliare che risiede nell’immobile soggetto a mini Imu.
Lo stesso procedimento, come scritto sopra, andrà poi ripetuto per l’aliquota al 4 per mille, cioè quella definita a suo tempo dal governo. La differenza tra i due risultati, ossia l’imponibile con aliquota al 4 per mille e poi alla quota deliberata dal Comune – nel nostro caso al 5 per mille – andrà conservata come somma da versare per la seconda rata. Ma non è tutto, perché, il governo con il decreto Imu-Bankitalia dello scorso 27 novembre ha predisposto la copertura del 60% di questa quota, che dunque dovrà essere saldata dai proprietari di case solo per il restante 40%. LIl prodotto finale dovrà essere inferiore a 120 euro: se i calcoli sono esatti, si tratterà della quota di mini Imu da versare entro il 24 gennaio.
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