Milano: killer del piccone, morta la 3°vittima. Il video di Borghezio

Letizia Pieri 14/05/13
E’ morto oggi anche Ermanno Masini, 64 anni, il pensionato ricoverato all’ospedale Policlinico di Milano in gravissime condizioni a seguito dell’aggressione di sabato scorso, subita ad opera di Mada Kabobo, l’immigrato irregolare di origini ghanesi, attualmente in stato di fermo. Le vittime  dell’assalto omicida sono così salite a quota tre. Ieri è stata la volta della seconda scomparsa innocente, Daniele Carella, dopo quella di Alessandro Carolè, 40 anni. La morte celebrale del 21enne è stata dichiarata ieri mattina. Per il giovane, ricoverato all’ospedale Niguarda dopo essere stato assalito anch’egli a colpi di piccone, non c’è stato più nulla da fare. Vani gli interventi chirurgici dei medici che hanno tentato di ripristinare i danni già gravissimi.

L’assalto al giovane Carella era stato l’ultimo gesto della furia omicida messa in atto da Kabobo. Daniele, fermo in un marciapiede in attesa del padre, era stato aggredito alle spalle intorno alle 6,30. I carabinieri, giunti sul luogo poco dopo, sono stati avvisati da un passante imbattutosi nella scena di terrore. Il gip di Milano, Andrea Ghinetti, ha convalidato l’arresto nei confronti dell’aggressore, disponendo, in via cautelare, la misura di custodia carceraria. Nel corso dell’interrogatorio svoltosi a San Vittore il 31enne ghanese ha risposto alle domande degli inquirenti, dicendo testualmente di “sentire delle voci”. Stando alle informazioni per ora emerse, lo svolgimento del colloquio sembra essere stato tutt’altro che facile, soprattutto per via dello stretto dialetto ghanese e per la poca dimestichezza dell’uomo, oltre che con la lingua italiana, anche con quella inglese.

Gli altri due feriti, invece, sono stati dimessi: Francesco Niro, l’operaio di 50 anni colpito al capo,  già domenica infatti ha potuto fare ritorno a casa, mentre Andrea Canfora, 24 anni, dipendente di un supermercato, se l’è cavata con una semplice frattura al braccio. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia nel prendere atto della portata gravosa di una così insensata tragedia, ha deciso di indire oggi il lutto cittadino. Il gesto appare un segno di cordoglio doveroso non soltanto per onorare le persone scomparse ma anche, ha ribadito il primo cittadino, “per dimostrare la vicinanza della città ai familiari delle vittime”. La data in cui ricadrà il lutto non è stata ancora fissata, essendo direttamente correlata al giorno di celebrazione dei funerali. Tra le vie del quartiere Niguarda, intanto, la tensione non si spegne.

Sulla rampa di accesso del garage di un centro per rifugiati in via Antonio Fortunato Stella, un istituto poco distante dal luogo dell’aggressione, sono state trovate ieri mattina quattro bottiglie molotov. I cittadini ora pretendono dall’amministrazione comunale la garanzia di una maggiore sicurezza, fortunatamente però nessuno sembra voler tramutare la drammatica vicenda in una caccia all’extracomunitario. Domenica scorsa si sono verificati in proposito degli scontri con alcuni membri della Lega Nord, contestati da un gruppo di cittadini per gli espliciti slogan razzisti. Anche l’europarlamentare Mario Borghezio insieme all’esponente leghista Max Bastoni, entrambe presenti per raccogliere firme contro il cosiddetto ‘ius soli’, la proposta avanzata dal ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge per agevolare il diritto di cittadinanza agli immigrati, hanno ricevuto le critiche dei residenti indignati.

“Invece di fare proclami la Lega Nord lavori affinché ritorni sul territorio l’impegno necessario a dare tranquillità e sicurezza a tutti”, era il commento di Pisapia, rimandando al mittente le critiche sul sistema-sicurezza edificato in città, piovutegli addosso a seguito del sanguinario attacco. “Milano, a differenza di altre metropoli, ha un livello di sicurezza tendenzialmente rassicurante”, ha precisato il sindaco, “questa è una responsabilità del governo Berlusconi che tagliando fondi e uomini ha limitato la presenza sul territorio” degli agenti. Pisapia ha poi concluso: “se non si restituiscono risorse a chi ha il compito di evitare o limitare i reati ed arginare la criminalità non riusciremo mai ad uscire da una spirale troppo spesso strumentalizzata per fini politici e non per finalità positive nell’interesse della collettività”.

Guarda il video di Mario Borghezio contestato per le dichiarazioni razziste:

Letizia Pieri

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