Come dicevo, il libro è più complesso di quel che sembra. In primis, Connelly ha voluto mettere al centro della trama il DNA e il suo esame: sono ben note le contestazioni che sono state sollevate, negli ultimi anni, anche nei tribunali statunitensi circa l’attendibilità in generale della prova scientifica e della prova (o test) del DNA in particolare. Be’, in questo nuovo romanzo l’Autore unisce alcuni elementi di sicuro effetto: un assassino di bambini, i termini processuali e giudiziari che lo portano a ritrovarsi a piede libero (con conseguente timore diffuso nella comunità), la certezza del diritto che cade dopo 24 anni e l’assassino che viene scarcerato proprio grazie a un nuovo esame del DNA, i testimoni che a distanza di tempo sono morti o sono diventati irreperibili e un avvocato difensore luciferino e stratega.
Come se non bastasse, per la prima volta Mickey Haller non si trova più dalla parte della difesa ma viene convinto dalla Procura ad assumere, solo per questo caso, il ruolo di Procuratore (una sorta di posizione “onoraria” solo per questo processo) e si troverà, quindi, in un costante conflitto interiore tra la sua natura di difensore e la nuova posizione che è obbligato a rivestire (compresi giochi politici e freddi calcoli effettuati dai suoi superiori in Procura).
Il libro, che è il ventiduesimo romanzo scritto da Connelly, appassionerà sia il cultore degli aspetti legali (i momenti processuali sono numerosissimi, e molto dettagliati) sia il fan della scrittura d’azione e del thriller tradizionale (in questo caso, la presenza del detective Harry Bosch a fianco di Haller è essenziale per “movimentare” un po’ la trama), dal momento che Connelly è riuscito ancora una volta a dosare perfettamente tutti gli elementi necessari per scrivere un buon libro a sfondo legal.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento