Mi si è inceppata la fattura elettronica!

Ormai lo sanno tutti: dal 6 giugno scorso chiunque debba fatturare nei confronti di Ministeri, agenzie fiscali e enti nazionali di assistenza e previdenza deve farlo in modalità esclusivamente elettronica. E ciò non significa che sia sufficiente inviare la fattura in formato PDF. Il formato della fattura elettronica (XML) e le sue regole tecniche sono contenute nel decreto ministeriale 55 del 2013 (oltre che nel DM MEF 17 giugno 2014 per quanto riguarda la conservazione).

Una innovazione voluta in Europa alla quale l’Italia si è adeguata con la Legge Finanziaria 2008.
La fattura elettronica, quindi, ha delle regole specifiche per quanto riguarda la sua redazione, l’invio e la conservazione. Chi emette la fattura elettronica la invia al Sistema di interscambio (SdI) – gestito da SOGEI per conto dell’Agenzia delle Entrate – il quale, eseguiti i controlli formali, la inoltra all’ufficio di destinazione.

Questo nuovo sistema riguarda, ovviamente, anche gli avvocati che debbano inviare ai singoli Uffici giudiziari (Ministero della Giustizia) le fatture relative, ad esempio, alle liquidazioni per il patrocinio a spese dello Stato.
Superate le primissime e inevitabili difficoltà tecniche iniziali – sia sulla redazione, sia sull’invio che sulla conservazione della fattura elettronica – gli avvocati si trovano di fronte un ulteriore ostacolo. Il Ministero della Giustizia, infatti, non pare aver ancora adeguato le procedure interne per la ricezione delle fatture elettroniche.
Il Ministero della Giustizia, infatti, vorrebbe evitare che le fatture emesse dagli avvocati ed inviate al Sistema di Intescambio vengano inoltrate direttamente agli Uffici giudiziari di destinazione in quanto – così come indicato nella nota ministeriale dello scorso mese di maggio – le fatture elettroniche, dal Sistema di Interscambio dovrebbero essere inoltrate, invece, al SIAMM (Sistema Informativo dell’Amministrazione) identificato da un codice univoco unico per tutta Italia. Tale modalità, tuttavia, non è prevista dalla normativa vigente in materia di fatturazione elettronica.

Nella stessa nota del Ministero della Giustizia si specifica che le modalità tecniche verranno indicate in una successiva circolare ministeriale. Tale circolare ministeriale, però, non è ancora arrivata e, nell’attesa, si è creata una situazione di stallo nel pagamento delle liquidazioni per i patrocini a spese dello Stato.
Sorgono spontanee alcune domande.
Come può ritenersi che una circolare ministeriale possa intervenire a regolamentare un procedimento già stabilito per legge e con DM 55/2013?
Considerando che il Ministero della Giustizia non può effettuare alcun pagamento dal 6 giugno se non si è ricevuta prima la fattura elettronica, come può il Ministero della Giustizia rifiutare il pagamento di una fattura elettronica creata e inviata nel rispetto della normativa vigente?
Ma soprattutto: se l’obbligo del binario-unico della fatturazione elettronica è scattato il 6 giugno (e ciò si sapeva dall’aprile del 2013) non era forse il caso di adeguarsi per tempo?
Per risolvere questa situazione esistono due strade alternative: il Ministero della Giustizia invia agli uffici periferici una circolare con la quale indica la necessità di accettare le fatture elettroniche ricevute nel rispetto della normativa (l’inserimento al SIAMM sarà eventualmente effettuato direttamente dal singolo ufficio periferico); oppure – a malincuore – sarà necessario predisporre una proroga dell’obbligatorietà della fattura elettronica nei confronti del Ministero della Giustizia al fine di consentirgli di mettere a punto il sistema di ricezione ipotizzato nella nota ministeriale.
Migliaia di avvocati attendono speranzosi.

Francesco Paolo Micozzi

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