Il battesimo del test per l’iscrizione a Medicina in primavera, non può certo dirsi positivo. Il Miur ha infatti optato per la selezione anticipata rispetto al calendario tradizionale, chiamando gli studenti ancora alle prese con gli ultimi giorni di scuola superiore e poi con l’esame di maturità. Il risultato: un flop completo.
Nei giorni scorsi, infatti, è stato il Tribunale amministrativo regionale a riammettere i circa 5mila studenti che hanno presentato ricorso contro gli errori del ministero, provocando le proteste dei vincitori, i quali, adesso, si ritrovano a frequentare le lezioni in aule inadeguate per l’enorme afflusso degli aspiranti medici.
E fioccano già i primi malumori tra coloro che legittimamente si erano conquistati il posto ai corsi per diventare camice bianco: in qualche caso, infatti, le presenze sono addirittura il triplo di quelle generalmente ammesse per i corsi di medicina a numero programmato.
E non è finita. Anche il Consiglio di Stato non ha voluto essere da meno e, da ormai diversi giorni, ha adottato alcune pronunce che paiono riammettere alle facoltà anche gli ulteriori duemila ricorrenti che hanno presentato ricorso al presidente della Repubblica non avendolo presentato entro i termini previsti al Tar. La ragione è sempre quella di violazione dell’anonimato, che dunque ha trovato ampi favori in sede di giustizi amministrativa. Sui fogli delle risposte e sulla scheda anagrafica dei candidati accanto al codice a barre, è stato infatti inserito quello alfanumerico.
Ora, la patata bollente è tutta nelle mani degli atenei, che si ritrovano a dover gestire corsi affollatissimi in spazi ristretti, e con buona parte degli studenti che ha incominciato a frequentare dopo alcune settimane dall’inizio delle lezioni. Per questi, allora, andranno messi a punto appositi corsi di recupero, al fine di garantire la parità di accesso a tutti gli iscritti, vincitori del concorso e sub-judice.
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