“Una disponibilità da considerarsi già implicita nella propria natura di ente pubblico al servizio del Paese, ma certamente ancor più necessaria in una fase in cui la priorità è supportare con ogni mezzo la difesa della salute dei cittadini. Inoltre, qualora il Governo lo ritenesse opportuno, l’Inps come datore di lavoro potrebbe far operare le vaccinazioni al personale con i propri medici”.
“Nel momento in cui ogni giorno è prezioso per far arretrare il virus e avviare i piani di ripresa necessari al Paese, non trascuriamo alcuna risorsa a nostra disposizione per contribuire ad aumentare con ogni mezzo l’efficacia delle misure a tutela dei cittadini”, ha affermato Pasquale Tridico, presidente Inps.
L’ente di previdenza potrebbe così partecipare attivamente, mettendo a disposizione il proprio personale medico per dare un impulso alla campagna di somministrazioni e aiutare a raggiungere l’obiettivo nazionale.
Almeno l’80 per cento degli italiani vaccinati entro settembre”: questo è l’obiettivo del piano per la somministrazione di vaccini anti-covid reso noto 13 marzo 2021 dal Commissario straordinario, il generale Francesco Paolo Figliuolo, che fissa le linee operative necessarie per completare al più presto la campagna vaccinale.
>> Vaccini covid: il calendario delle vaccinazioni Regione per Regione <<
Come si legge nel testo: “I due pilastri per condurre una rapida campagna sono la distribuzione efficace e puntuale dei vaccini e l’incremento delle somministrazioni giornaliere” ovviamente coniugati a un attento e costante monitoraggio dei fabbisogni e degli approvvigionamenti, attraverso cui la nuova gestione del piano vaccini intende soddisfare questi obiettivi: “raggiungere a regime il numero di 500 mila somministrazioni al giorno su base nazionale, vaccinando almeno l’80% della popolazione entro il mese di settembre, triplicando così il numero giornaliero medio di vaccinazioni delle scorse settimane, pari a circa 170 mila.”
Il proposito è di raggiungere entro fine aprile il numero di 500 mila somministrazioni al giorno su base nazionale e, come suggerisce il grafico, immunizzare all’altezza d metà agosto 2021 il 70 per cento della popolazione, l’80 a fine settembre e, finalmente, il 100 per cento a fine ottobre.
La prima crisi vaccino si registra in queste ore con la sospensione delle somministrazioni Astrazeneca. Uno stop, ribadito più volte, cautelativo.
“La decisione di ieri di sospendere AstraZeneca è di natura precauzionale e la decisione è emersa dopo una valutazione dell’istituto tedesco per i vaccini. C’è stato un confronto tra i ministri della salute: ora i governi attendono il giudizio Ema per giovedì e siamo fiduciosi che possano emergere tutti gli elementi di rassicurazione per consentirci di riprendere la vaccinazione. E’ giusto avere cautela”, ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza.
“L’auspicio è che già giovedì Ema ci dia risposte sufficienti per poter ripartire” con il vaccino AstraZeneca.
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