Il presidente dell’Oua (Organismo Unitario Avvocatura) Maurizio De Tilla ritiene la mediazione civile obbligatoria un vero e proprio fallimento, infatti ha dichiarato “La media conciliazione obbligatoria è fallita. Dopo otto mesi dalla sua entrata in vigore non sono più di tremila le conciliazioni effettivamente realizzate con la procedura di obbligatorietà. E in queste vanno comprese le controversie che le parti assistite dagli avvocati avevano già conciliato e sono andate davanti al mediatore per ottenere un titolo esecutivo”.
Ma il fallimento della media conciliazione obbligatoria – ha poi proseguito De Tilla – è tanto più grave in quanto si sono spese somme iperboliche (con grandi speculazioni) per formare mediatori (senza lavoro), insediare camere di conciliazione pubbliche e private (queste ultime sono più di quattrocento con qualificazione giuridica di società di capitali), alle quali si aggiungono forti costi di accesso alle procedure per le materie dei diritti reali, delle successioni, delle divisioni, della responsabilità medica”.
Di tutt’ altro avviso, invece, la presidentessa dell’ Apm (avvocati per la Mediazione) Lorenza Morello che ha replicato duramente a quanto dichiarato dal presidente De Tilla. Secondo la Morello, De Tilla sarebbe così polemico sulla mediazione perché è “Difficile per un re vedere finire il proprio regno, questo è umanamente comprensibile e storicamente noto, ma al popolo che non ha il pane l’OUA risponde “date loro le brioches” e questo è inaccettabile”.
La presidentessa, poi, ha rinsaldato le sue tesi facendo il punto della situazione partendo dalla Circolare del ministero della Giustizia del 20 dicembre, nella quale si annotano i provvedimenti presi durante l’anno; Tirocinio assistito, l ’obbligo riguardante solo i mediatori già iscritti, la partecipazione comporta solo la presenza senza compimento di ulteriore attività che riguardi l’esecuzione di attività proprie del mediatore titolare del procedimento, è ritenuta partecipazione valida anche la sola presenza ad una singola fase del procedimento di mediazione, costituisce partecipazione valida, tenuto conto del limitato numero di mediazioni concluse con la partecipazione della controparte, anche la sola presenza alla fase di redazione del verbale negativo per mancata partecipazione della controparte, la determinazione del numero dei mediatori in tirocinio che possono essere presenti di volta in volta è lasciata alla valutazione del responsabile dell’organismo, che terrà conto della natura dell’affare di mediazione e della propria capacità organizzativa e strutturale.
“Nonostante la crociata anti conciliazione da parte di esponenti dell’avvocatura”, prosegue la Presidente dell’Apm, “il Ministero della giustizia tiene la barra dritta sull’ utilizzo della mediazione civile e commerciale”. “L’emergenza dell’arretrato del contenzioso civile e le ristrettezze ogni anno più acute nelle disponibilità finanziarie pubbliche, nonché la crisi economica e finanziaria- ha concluso la Morello – sono tali che il ricorso alla mediazione civile debba essere effettuato: è l’unico modo per riportare gli investitori nel nostro Paese e garantire a tutti una giustizia realmente efficiente”.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento