Le ultime notizie giunte direttamente dal vicepremier Luigi Di Maio vedono una misura destinata non solo agli italiani, ma anche agli stranieri residenti in Italia da almeno 10 anni. Sarà inoltre erogata su una tessera elettronica, in futuro probabilmente nella tessera sanitaria, in modo che i soldi vengano spesi negli esercizi commerciali italiani, favorendo di fatto l’economia italiana.
Sempre Di Maio ha inoltre affermato, parlando ai microfoni di Rtl 102.5, che “se hai un appartamento e chiedi il reddito di cittadinanza, dai 780 euro ti viene stornato il cosiddetto affitto imputato, dai 780 euro a redditi zero arrivi a circa 400 euro”. In pratica se hai una casa prendi metà reddito di cittadinanza.
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Reddito di cittadinanza: quanto spetta
Il Reddito di cittadinanza consiste nell’erogazione di un sostegno economico mensile che può arrivare fino a 780 euro per chi è disoccupato o comunque privo di qualsiasi reddito. Importo, si ipotizza, da riproporzionare per quei soggetti al di sotto della soglia di povertà ma in possesso di una qualche esigua entrata. Così come si prevede una correzione in aumento in presenza di nuclei familiari composti da coniuge e figli. Stando infatti al contratto di governo Lega – 5 Stelle, i 780 euro rappresenterebbero l’importo – base per un soggetto single.
Il reddito dovrebbe essere erogato sotto forma di carta acquisti o borsellino elettronico che i beneficiari potranno spendere per i beni di prima necessità, come alimenti e medicinali. Ma anche per pagare l’affitto. Il denaro non potrà essere messo da parte e si potranno utilizzare sistemi di pagamento tramite app. Esclusa anche la possibilità di spendere i soldi in giochi d’azzardo. Le spese effettuate con la card saranno comunque tracciabili.
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Reddito di cittadinanza: la durata
Il contributo economico è temporaneo perché finalizzato a sostenere il reddito del beneficiario fino a quando questi non trova un’occupazione. Stando alle ipotesi circolate in questi giorni, l’erogazione avrebbe una durata massima di tre anni, prorogabili.
Reddito di cittadinanza: chi ha diritto
Il sussidio è diretto ai disoccupati che vivono al di sotto della soglia di povertà individuata per il nostro paese da Eurostat (pari a 780 euro mensili equivalenti a 9.360 euro annui), mentre nel contratto di governo si parlava genericamente di uno strumento di sostegno al reddito per cittadini italiani che versano in condizione di bisogno.
I beneficiari saranno chiamati ad aderire alle offerte di lavoro congrue provenienti dai Centri per l’Impiego, per un massimo di tre proposte nell’arco di due anni, pena la decadenza dal sussidio.
Per ottenerlo bisognerà sottostare ad alcuni requisiti: essere cittadini italiani stranieri residenti in Italia, aver compiuto almeno 18 anni, essere disoccupati o percepire un reddito o pensione considerati al di sotto della soglia di povertà, iscriversi al centro per l’impiego, svolgere progetti di utilità sociale organizzati dal Comune di residenza per un massimo di 8 ore settimanali, e soprattutto accettare uno fra i primi tre lavori offerti dal centro per l’impiego. Chi vuole ottenere il reddito di cittadinanza, dovrà inoltre dimostrare di impiegare alcune ore al giorno alla ricerca di un lavoro.
Reddito di cittadinanza: quando entra in vigore
Con l’inserimento del Reddito di cittadinanza nella nota di aggiornamento al Def 2018 si alzano nettamente le possibilità di un avvio della misura già nel 2019. A questo si aggiungono le dichiarazioni del Ministro Luigi Di Maio che individuano in marzo 2019 il mese di partenza del Reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza: i Centri per l’Impiego
Il rientro nel mondo del lavoro dei disoccupati destinatari del Reddito di cittadinanza passerà attraverso i Centri per l’Impiego. Per questo motivo, obiettivo complementare dell’esecutivo è rafforzare quantità e qualità delle prestazioni del collocamento pubblico, cui verranno destinati circa 2 miliardi.
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Reddito di cittadinanza: le differenze rispetto al Reddito di inclusione
Ad oggi l’ordinamento italiano prevede già una misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, destinata ad esser sostituita dal Reddito di cittadinanza. Introdotto dal 1° gennaio 2018 per volere del precedente esecutivo, il Reddito di inclusione (cosiddetto REI) si traduce in un beneficio economico riconosciuto ai nuclei familiari con i seguenti requisiti:
- Residenza e soggiorno, deve trattarsi di un cittadino dell’Unione Europea o extracomunitario in possesso di permesso per soggiornanti di lungo periodo e residente in via continuativa in Italia da almeno 2 anni;
- Condizione economica del nucleo familiare, con un valore ISEE non superiore a 6 mila euro e un patrimonio immobiliare che non ecceda i 20 mila euro;
- Nessun componente il nucleo familiare dev’essere a qualunque titolo intestatario di autoveicoli, navi e imbarcazioni da diporto;
- Presenza nel nucleo familiare di soggetti appartenenti ad alcune fasce deboli della popolazione, come, a titolo di esempio, donne in stato di gravidanza accertata o minori.
L’importo del REI è pari ad un importo base annuo di 3 mila euro da moltiplicarsi per un parametro che varia a seconda della specifica composizione del nucleo familiare ed un altro valore, in sede di prima applicazione, pari al 75%.
Il sussidio è riconosciuto per un massimo di 18 mesi, rinnovabile per altri 12 mesi.
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