La Regione Siciliana ha competenza esclusiva in materia di enti locali e pertanto, la previsione contenuta nell’art. 15, comma 1, del Decreto Legge n. 138 del 13/08/2011 recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri in ordine alla soppressione delle Province che non superano il numero di 300 mila abitanti non è immediatamente applicabile nell’ordinamento siciliano. Per molto meno, cioè per la questione della prevista soppressione dei Difensori Civici contenuta in una precedente legge finanziaria dello Stato, il Tar di Catania con ordinanza n. 864/2010 non ha avuto dubbi ad affermarne il citato principio di diritto.
Tuttavia, fermo restando l’autonomia statutaria del legislatore regionale in materia, che comunque è chiamato ad affrontare la questione nel contesto di una (almeno si spera) più organica riforma dell’architettura istituzionale in Sicilia, vale la pena comunque di simulare un ipotetico scenario per una delle due Province siciliane alle quali è stato notificato “l’avviso di morte”, evidenziando la disposizione di cui al successivo comma 6 dell’art. 15 del medesimo D.L.: “La soppressione delle Province di cui al comma 1 determina la soppressione degli uffici territoriali del Governo aventi sede nelle Province soppresse...”.
Corollario di questa previsione, tanto chiara quanto drammatica, è che nel brevissimo periodo il territorio della provincia di Enna perderebbe, per legge, sia la Provincia che la Prefettura. E’ facile pensare che nel medio e lungo periodo, anche in assenza di una specifica previsione legislativa, possano subire lo stesso trattamento anche altri Enti Pubblici, sia statali che regionali, la cui esistenza è legata alla valenza provinciale di un territorio. Trattasi della Questura, della Compagnia dei Carabinieri, della Tenenza della Guardia di Finanza, dell’Ufficio Scolastico Provinciale, dell’Agenzia delle Entrate, di alcuni Uffici Giudiziari, dell’INPS, dell’INAIL, degli Uffici periferici regionali quali la Soprintendenza, l’Ispettorato e l’Azienda Forestale, la Motorizzazione, l’Ufficio Provinciale del Lavoro, l’Ispettorato Agrario, l’Ufficio del Genio Civile. Ma anche Enti pubblici ad ordinamento autonomo o sottoposti a vigilanza e controllo regionale come l’Istituto Autonomo Case Popolari, la Camera di Commercio, l’Area di Sviluppo Industriale, il Consorzio di Bonifica, l’Azienda Sanitaria Provinciale. E, per effetto domino, il Consorzio Universitario, il Consorzio Autodromo di Pergusa, la Fondazione per l’Istituto Energetico.
In tale contesto di debolezza istituzionale, la Libera Università Kore diventerebbe certamente un delizioso bocconcino per predatori accademici e non di Province limitrofe alla nostra. Il contraccolpo si avrebbe anche nell’ambito dei corpi intermedi: rappresentanze delle organizzazioni datoriali e sociali; ordini professionali; enti bilaterali, patronati, organizzazione del terzo settore ecc…
Ci sono tutti gli ingredienti per decretare la morte di una comunità sociale ed economica ancora oggi chiamata provincia di Enna, così come ci sono tutti gli ingredienti per fare indignare la locale classe dirigente e politica, provocandone una prevedibile reazione.
Massimo Greco
Presidente del Consiglio Provinciale di Enna
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