Tra queste, l’inasprimento del patto di stabilità interno, da un lato, e la possibilità di aumentare le imposte, dall’altro.
Patto di stabilità interno
Il conto aggiuntivo chiesto a comuni e province passa attraverso la modifica al meccanismo del patto di stabilità interno appena varato con la prima manovra correttiva (decreto legge 98/2011).
Anzitutto, i cambiamenti (articolo 1, comma 8) prevedono, a partire dal 2012, ulteriori “sacrifici” per 1.700 milioni, a carico dei comuni, e 700 milioni, a carico delle province. Il conto complessivo per le autonomie territoriali sale a 6 miliardi se si aggiungono 2 miliardi a carico delle regioni a statuto ordinario e 1,6 miliardi a carico delle regioni a statuto speciale. Dal 2013, va ricordato ai fini della programmazione triennale, la manovra sarà ancora più pesante: 2 miliardi per i comuni e 800 milioni per le province.
Questi obiettivi macroeconomici tradotti per il singolo ente significano per l’anno 2012 condizioni gestionali più difficili rispetto a quelle subite nel 2011.
Quest’anno, infatti, la manovra ha chiesto ai comuni 1.775 milioni in più rispetto al 2010, mitigati di 310 milioni di “bonus” assegnati all’interno della torta di 480 inserita nella legge di stabilità (articolo 1, comma 93 della legge 220/2010). I meccanismi del patto, se rimarranno invariati, determineranno l’impossibilità per comuni e province di programmare nuove opere pubbliche (manutenzione strade, verde, patrimonio pubblico,ecc.), oltre che tensioni sugli avanzamenti delle opere in corso di realizzazione.
In secondo luogo, la norma (articolo 1, comma 9) anticipa al 2012 la decorrenza dei criteri di virtuosità ai fini della distribuzione della manovra tra gli enti territoriali, per cui i supervirtuosi saranno esclusi dal contributo della manovra, compresa quella decisa con il correttivo dello scorso anno, ed il conto sarà posto a carico degli enti appartenenti alle ultime tre classi del comparto.
Sempre in tema di virtuosità, la manovra bis (articolo 3, comma 4) fa rientrare fra i criteri anche l’adeguamento di comuni, province e regioni all’obbligo di adattare, entro il termine del 12 agosto 2012 (un anno dall’entrata in vigore del decreto legge), gli ordinamenti locali al principio secondo cui l’iniziativa e
l’attività economica privata sono libere, ed è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge nei soli casi indicati, che sono:
– vincoli derivanti da obblighi comunitari o internazionali; contrasto con la Costituzione;
– danno alla sicurezza, libertà, dignità umana e contrasto con utilità sociale;
– disposizioni per la protezione della salute umana, conservazione delle specie animali e vegetali, del paesaggio e patrimonio culturale;
– disposizioni con effetti sulla finanza pubblica.
Le incertezze applicative della virtuosità rendono difficile effettuare previsioni su quali e quanti saranno gli enti beneficiati e, di conseguenza, come ciò si scaricherà sui restanti enti del comparto. Per ora si sa che il bonus concesso nel 2012 ammonta a 200 milioni (da ripartire con le regioni).
Sempre in tema di patto, la novità sulle società municipalizzate (articolo 5) introduce la destinazione di una quota del fondo infrastrutture, pari a 250 milioni di euro nel 2013 e altrettanti nel 2014, ad investimenti infrastrutturali degli enti che procedono, entro il 31 dicembre dell’anno precedente, alla dismissione di partecipazioni azionare in società esercenti servizi pubblici locali di rilevanza economica (escluso il servizio idrico).
Una ulteriore norma, infine, prevede (articolo 1, comma 12, primo periodo) la possibilità di destinare una quota fino al 50% delle maggiori entrate derivanti dall’attuazione della riforma dell’energia (articolo 7), alla riduzione degli interventi sul patto di stabilità; la distribuzione tra i comparti avverrà tramite un decreto del Mef, d’intesa con la conferenza unificata.
Entrate
La manovra anticipa il calendario del federalismo fiscale relativamente all’addizionale comunale Irpef. Dal 2012 i comuni potranno manovrare le addizionali Irpef fino al limite massimo di 0,8 punti percentuali, senza alcune tetto all’aumento annuale (articolo 1, comma 11).
Mentre le province, in tema di imposta provinciale di trascrizione (articolo 1, comma 12, secondo periodo), beneficeranno degli effetti derivanti dalla soppressione della tariffa fissa per gli atti soggetti ad Iva. La maggiorazione dell’imposta decorrerà dalla data di entrata in vigore della legge di conversione al decreto legge in commento.
Non è stata inserita nel decreto l’anticipazione dal 2014 al 2012 dell’Imposta municipale propria, di cui si era parlato nei giorni antecedenti all’approvazione della manovra.
Così come non sono state ulteriormente tagliate le entrate dallo Stato. Sul punto va ricordato, però, che restano in piedi i tagli dei trasferimenti statali previsti per il 2012 dalla manovra correttiva dello scorso anno. L’articolo 14 del decreto legge 78/2010 aveva infatti stabilito la riduzione degli assegni statali destinati ai comuni soggetti al patto di stabilità per un importo di 1,5 miliardi per il 2011 e 2,5 miliardi a decorrere dal 2012 (per le province rispettivamente 300 e 500 milioni).
L’ultima parola ora spetta alla legge di conversione.
Quadro di sintesi delle novità
DL |
Contenuto |
Articolo 1, Comma 8
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Patto di stabilità interno – inasprimento e anticipo della manovra |
Articolo 1, Commi 9
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Patto di stabilità interno – anticipo decorrenza virtuosità |
Articolo 1, Comma 12, primo periodo
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Patto di stabilità interno – possibile riduzione effetti su finanza territoriale a seguito effetti riforma tariffe energetiche |
Articolo 3, Comma 4
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Patto di stabilità interno – ulteriore parametro di virtuosità |
Articolo 5
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Patto di stabilità interno – esclusione di spese dal patto di stabilità |
Articolo 1, comma 11
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Entrate comuni – manovrabilità addizionale comunale Irpef |
Articolo 1, Comma 12, secondo periodo | Entrate province– modifiche tariffe imposta provinciale di trascrizione atti soggetti ad Iva |
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