Anche nelle intenzioni dell’attuale governo “giallo-rosso”, la lotta all’evasione è al centro delle linee programmatiche, e anche la composizione della prossima Legge di Bilancio sarà improntata sul rilancio della crescita e dell’occupazione, sull’equità ed inclusione sociale, e sulla sostenibilità ambientale.
Sono previste azioni per contrastare i pagamenti in “nero”, attraverso provvedimenti di disincentivo dell’utilizzo del contante.
Quest’anno, come noto, la Legge di Bilancio richiederà uno sforzo considerevole, in quanto vi è un ingente bisogno di risorse economiche, in particolare per evitare l’aumento dell’Iva che da solo si attesta sui 23 miliardi circa, tuttavia nella Nota di aggiornamento al Def approvata dal Consiglio dei ministri il 30 settembre 2019, è stata confermata la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia.
Riduzione del contante, significa aumento dell’utilizzo della moneta elettronica, e in Italia tale forma di pagamento (bancomat e carte di credito), è ancora molto limitato, inoltre, nonostante vi sia l’obbligo per gli esercenti di accettare i pagamenti elettronici, sono ancora in molti a rifiutarli o a non aver installato i Pos nei loro negozi, oltre che per i costi, a volte eccessivi, anche per la effettiva mancanza di sanzioni.
Vediamo di seguito le misure allo studio del Governo Conte bis in materia di uso contanti e incentivazione ai pagamenti elettronici (bancomat e carte di credito).
Manovra 2020: incentivi all’uso di carte di credito e bancomat
Per incrementare l’uso della moneta elettronica – bamcomat e carte di credito – l’esecutivo sta pensando all’introduzione di una serie di agevolazioni, come ad esempio un “rimborso” percentuale delle transazioni effettuate con carte elettroniche.
Un’altra proposta è quella di “agganciare” alcune detrazioni Irpef, al pagamento dei beni e servizi attraverso sistemi tracciabili, soluzioni queste che tuttavia potrebbero essere molto costose per lo Stato.
Nonostante lo scarso utilizzo delle carte elettroniche da parte dei consumatori, e una certa non predisposizione da parte dei commercianti nell’accettarle come forme di pagamento, il problema principale sollevato da tanti esercenti è essenzialmente il costo delle commissioni nei pagamenti con il Pos, che in Italia è uno dei più alti in Europa.
Se tali costi fossero eliminati, o fortemente ridotti, probabilmente molti più operatori, sarebbero maggiormente disposti ad accettare i pagamenti elettronici.
La stessa Cgia di Mestre, ha affermato che se il Governo riuscirà ad imporre l’azzeramento dei costi di commissione, almeno per i pagamenti fino a 30 euro, gli artigiani e i commercianti non potranno che agevolare le transazioni con la moneta elettronica.
I costi delle commissioni bancarie sulle transazioni elettroniche, incidono notevolmente sui pagamenti di piccoli importi, e per i commercianti si tratta di una “tassa” inaccettabile.
Manovra 2020: limiti all’uso del contante
Oltre alla volontà di abbassare il tetto all’uso del contante, che ora è 3 mila euro, vi sarebbe anche quella di un intervento per contrastare l’elusione delle grandi compagnie.
In generale si vuole rendere più conveniente al cliente effettuare i pagamenti con la carta, con una logica che dovrebbe essere incentivante e non penalizzante, attraverso ad esempio l’introduzione di nuove tasse.
Tra le azioni da mettere in campo, si sta valutando la possibilità di portare in detrazione dai redditi le spese per servizi che oggi difficilmente vengono fatturate regolarmente, (es. quelle per l’idraulico), e circola l’ipotesi di stabilire una fascia di gratuità nei pagamenti con le carte, per cui ad esempio, non ci sarebbero commissioni sui primi cinque euro spesi con bancomat e i primi venti con carta.
Nuovi accordi sarebbero allo studio tra ABI e commercianti per ridurre le commissioni dei Pos, è stato in particolare indicato dallo stesso presidente dell’ABI Antonio Patuelli, il modello scelto per i benzinai, con l’obbligo della fatturazione elettronica nella filiera del carburante e concomitanti sgravi fiscali.
Tra i bonus fiscali a cui si potrebbe estendere la tracciabilità dei pagamenti, per altro ormai ampiamente in uso per le ristrutturazioni edilizie e la riqualificazione energetica degli edifici, ci sarebbero spese come le spese funebri e quelle per istruzione.
Sotto osservazione anche le modalità di pagamento per le spese che ogni famiglia sostiene per le attività sportive dei ragazzi, per le cui agevolazioni potrebbe necessitare del pagamento tracciabile.
Manovra 2020: le misure allo studio sui pagamenti
L’attuale governo scommette nella lotta all’evasione, e il tentativo di favorire sempre di più i pagamenti tracciabili prevede allo studio:
- una detrazione del 19% su spese in settori considerati ad alto rischio di evasione,
- e un cashback tra il 2 e il 4%.
L’intento, lo si evince nel testo della Nota di aggiornamento al Def , saranno introdotte diverse misure di stimolo alla moneta elettronica, sia per il contrasto all’evasione, sia per favorire l’utilizzo da parte dei consumatori di metodi di pagamento alternativi al contante.
Allo studio vi è l’introduzione di un “superbonus” che si tradurrebbe in un massimo di 475 euro di detrazione (il 19% su un importo di complessivo di spesa annuale di 2.500 euro) da sfruttare per acquisti con moneta elettronica di beni e servizi in settori ritenuti a particolare rischio di evasione.
In sostanza si verrebbe a creare una detrazione per spese su cui ora non sono ammessi bonus fiscali, introducendo un incentivo a richiedere non solo la ricevuta o fattura, ma anche il pagamento con carte, bancomat, applicazioni o altri strumenti tracciabili.
Il problema principale rimane comunque quello delle coperture, visto che la nuova detrazione, così come il cashback , poggiavano inizialmente sulla volontà di una rimodulazione delle aliquote Iva, ipotesi comunque ora smentita.
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