Quello che sappiamo oggi è che il Governo è riuscito a sterilizzare l’aumento dell’Iva, con una copertura dell’operazione di 22 miliardi di euro (il vero grande nodo di tutta la Manovra). L’altro grande asse portante è invece il taglio del cuneo fiscale. Anche questo pare si possa fare.
Vediamo in breve i numeri della Manovra e il primo quadro di intervento presentato con il Nadef dal neonato Governo Conte bis.
Scarica qui il testo del Def 2019
Manovra 2020: i numeri e le coperture
Nella prossima Legge di bilancio, a quanto si apprende dall’approvazione del Def, sono previsti interventi, tra nuove entrate e riduzioni di spesa, per circa 14,4 miliardi. La flessibilità sul deficit è di circa 14,4 miliardi, lo 0,8% del Pil. Il deficit viene fissato al 2,2% del Pil, come auspicato dal ministro Roberto Gualtieri che assicura il rispetto delle regole Ue. Il debito però non è nei parametri di Bruxelles, dal momento che il calo è ridotto (dal 135,7% al 135,1% del Pil).
Una Manovra che sarà di circa 29 miliardi di euro, 22 miliardi dei quali serviranno solo per congelare lo spauracchio dell’aumento dell’Iva.
Tra le voci che porteranno risorse per la prossima manovra ci saranno anche la riduzione “delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente e nuove imposte ambientali, che in totale aumenterebbero il gettito di circa lo 0,1 per cento del Pil”, cioè circa 1,7-1,8 miliardi. Oltre “0,1 punti di Pil” arriveranno poi da “altre misure fiscali, fra cui la proroga dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione di terreni e partecipazioni. Previsti interventi anche per privatizzazioni e la per la “svolta green”.
L’impegno aggiuntivo necessario alla riduzione del cuneo fiscale nel 2020 è valutato in 0,15 punti percentuali di PIL, che saliranno a 0,3 punti nel 2021″, si legge ancora nella bozza di nota di aggiornamento al Def. Si tratta di circa 2,7 miliardi nel 2020 e di circa 5,4 miliardi nel 2021.
“Le risorse per il finanziamento degli interventi previsti dalla manovra per il 2020 sono pari a quasi 0,8 per cento del Pil (circa 14,4 miliardi)” così suddivisi: 7,2 miliardi (0,4% del Pil) dalla lotta all’evasione, compresa la “diffusione di strumenti di pagamento tracciabili”, 1,8 miliardi dalla spending review (0,1% del Pil), 1,7 miliardi (circa lo 0,1% del Pil). Il resto verrà da tagli ai sussidi e da altre misure fiscali.
Le misure promesse con la Manovra 2020
Tre quindi gli assi su cui il Governo si muoverà per la prossima Legge di bilancio:
- Sterilizzazione dell’Iva
- Taglio del cuneo fiscale sul lavoro
- Lotta all’evasione
Non tutto potrà essere fatto nel primo anno, ha spiegato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ma l’obiettivo è arrivare ad una “riduzione delle aliquote Iva“, tagliare il cuneo in modo crescente ma anche puntare i riflettori sulle famiglie: “Vogliamo perseguire – assicura – un family Act che metta ordine a tutta la selva di agevolazioni e tax expenditures” e vogliamo anche “dare un segnale anche alle persone con disabilità” grazie all’adozione di un codice ad hoc.
L’Italia poi si imporrà con una vera e propria “svolta verde” è la promessa del governo: “progettiamo la modernizzazione del Paese, la digitalizzazione, la semplificazione burocratica, per orientare tutto il sistema verso l’economia circolare e proteggere da subito il nostro ambiente”.
Conte si è autoproclamato “riformatore del paese” ai microfoni dei giornalisti, nel primo pomeriggio del 30 settembre, prima dell’inizio del Consiglio dei ministri che avrebbe approvato la Nadef. E assunto tale ruolo ha promesso che questo sarà il suo ambizioso orizzonte: una vera stagione di riforme con lo scopo di far volare l’Italia.
Tra i pilastri chiave dell’azione dell’Esecutivo, oltre alla flessibilità chiesta a Bruxelles, c’è poi la lotta all’evasione: un quarto di tutte le risorse arriva da lì e il capitolo è chiaramente ancora tutto da scrivere. Se ne occuperà la manovra, che entrerà nel dettaglio delle misure ma intanto Conte scommette sulla diffusione dei pagamenti elettronici. Il Paese, è la convinzione anche del titolare dell’Economia deve “voltare pagina” anche nel contrasto ai furbetti del fisco. Ora comunque, è il monito di Gualtieri, è importante “evitare contraccolpi”: il minor costo del debito pubblico per il calo dello spread vale “6 miliardi” che contribuiscono, evidenzia infatti, al successo della sfida a sterilizzare le clausole di salvaguardia.
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