Già dal Vertice di governo che si è tenuto la scorsa settimana, sono emersi i primi punti fermi.
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Una Manovra che si prospetta di almeno 30 miliardi (e che Di Maio intende finanziare ricorrendo al Deficit) dei quali:
- Circa 12 utilizzati per bloccare l’aumento dell’Iva;
- Almeno 16 miliardi divisi tra i due partiti (lega e 5 stelle), ognuno dei quali punta alle proprie misure bandiera: Lega punta a pensioni e flat tax per partite Iva, oltre al taglio dell’Ires, e 5 stelle con reddito pensione di cittadinanza.
Alcune misure allo studio sembra abbiano in concreto molte probabilità di entrare nella prossima manovra finanziaria: quota 100, reddito e pensione di cittadinanza, pace fiscale. Sembra invece rimandata a tempi più consoni la flat tax in senso largo (ad eccezione per le partite iva). Vediamo un po’ più in dettaglio le novità in campo.
Manovra 2019: intesa su quota 100
Sembra esserci ormai l’intesa sulla pensione quota 100, anche se si sa ancora poco su come sarà adottata, cioè su quali limitazioni utili saranno introdotte per contenerne i costi. ma ci sarà.
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Nello specifico:
- quale soglia minima di accesso avrà: 62 anni di età + 38 di contributi? 63 anni di età + 37 anni di contributi? 64 anni di età + 36 di contributi?
- Sarà aperta a tutti o sarà limitata solo ad alcune categorie di lavoratori?
Manovra 2019: flat tax partite Iva regime forfetario
L’eccessivo costo ha di fatto portato il Governo a rinviare la flat tax per tutti al 2020. Si è inizialmente pensato di abbassare l’aliquota attuale di talmente poco che sarebbe inciso in maniera quasi impercettibile sui cittadini. Ecco perché il rinvio. Matteo Salvini punta comunque a introdurre una tassa piatta del 15 per cento estendendola a liberi professionisti e partita Iva con regime forfetario, con un reddito fino a 65 mila euro l’anno. O meglio una dual tax: al 15 per cento e al 20 per cento. In più una flat tax riservata alle start up del 5 per cento per 5 anni per gli under 35 e gli over 55.
Manovra 2019: taglio Ires per le aziende
Sempre la Lega punta a premiare chi reinveste gli utili in azienda. Tra le proposte emerse dal vertice, anche la “super-Ires” al 15% per gli utili reinvestiti in azienda in macchinari o in assunzioni stabili che comporta “un risparmio per le imprese di quasi un miliardo di euro” – ha spiegato il sottosegretario al Mef, Massimo Bitonci, illustrando una delle misure chiave del pacchetto fiscale messo a punto dalla Lega per la prossima manovra.
Manovra 2019: pace fiscale e contributiva
Un tasto dolente questo, che ha causato uno dei tanti scontri tra le due forza di maggioranza, in particolare ha fatto sbottare il vicepremier Luigi Di Maio, che si è detto intenzionato a non votare condoni. Posizione riconfermata oggi, in un’intervista al Fatto, sottolineando come per il M5s “il condono fino a un milione di euro” sia “inaccettabile. I furbi non vanno premiati e infatti a fine settembre nel decreto fiscale verrà previsto il carcere per chi evade”.
La pace fiscale resta comunque ad oggi un altro punto fermo con il quale il Governo tenta di recuperare soldi per la prossima manovra, unita alla pace contributiva con la quale si vuole tentare di sostenere i cittadibni che versano contributi: ad esempio facilitando il riscatto della laurea.
Manovra 2019: pensioni e reddito di cittadinanza
Confermati sembrano anche reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza. Mentre il reddito di cittadinanza è pensato per chiunque non abbia reddito o ne possieda uno sotto la soglia minima (e comprende una serie di misure volte al reinserimento lavorativo dalla persona, passando per la riforma dei centri per l’impiego), la pensione di cittadinanza rappresenta una pensione minima con un gradino in più: è in pratica un’integrazione della pensione minima che dovrebbe portare tutti i pensionati che percepiscono l’attuale minima di poco sopra i 500 euro a percepire un nuovo assegno da 780 euro mensili.
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“Non dico le cifre – ha affermato Luigi Di Maio”. Ma il tema non è tanto il deficit, ma le misure per far crescere il Pil. Troveremo risorse facendo deficit. E la manovra farà salire le pensioni minime a 780 euro e darà il reddito di cittadinanza a tutta la platea, esclusi gli stranieri”. Il reddito, infatti, “spetterà ai residenti in Italia da dieci anni”.
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