In realtà, più che di scandalo, si dovrebbe parlare di ricatto, poiché i due sono le prime vittime di una faida aperta da un non meglio precisato gruppo di pirati informatici che si sono ribattezzati “Gli hacker del Pd“. Malgrado i nomignoli utilizzati sugli organi di informazione, infatti, qui non c’è alcun “segreto di Stato” da svelare, come avvenuto nei cablogrammi diffusi in passato dal sito di Julian Assange.
A questa pagina, trovate per iscritto le loro rivendicazioni minacciose: i contenuti di una casella di posta privata online ogni sette giorni, se Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio non pubblicheranno i propri redditi con tanto di ricavi del famoso blog che è alla base del pensiero che unisce il MoVimento 5 Stelle. E il countdown a centro schermo dice tutto: mancano poche ore e altri eletti grillini si troveranno la propria posta consultabile pubblicamente. In tutto, secondo quanto si apprende, sarebbero 78 le caselle di posta nelle mani della banda di corsari della rete.
Chi siano questi personaggi, resta ovviamente un mistero. Addirittura, i responsabili, rivendicando la pubblicazione delle mail private di Giulia Sarti, avvenuta nei giorni scorsi, si sarebbero nascosti dietro la famosa sigla di “Anonymous”, la nota congrega di assaltatori telematici che nei tempi recenti ha messo in crisi i maggiori domìni web del mondo.
La rivendicazione, però, è stata smentita dalla stessa organizzazione ufficiale di hacker, che hanno negato ogni coinvolgimento nell’operazione di diffusione della messaggistica privata dei rappresentanti grillini.
Insomma, un giallo che scorre lungo la rete internet e che è già finito in Procura, poiché Giulia Sarti e Vignaroli, appreso che il materiale delle loro caselle di posta era stato violato e pubblicato sul web, hanno sporto denuncia contro ignoti, rivolgendosi anche alla Polizia postale.
Di spunti per un’inchiesta coi fiocchi, del resto, ce ne sono parecchi: violazione di corrispondenza privata, ricatto volto ad atti intimidatori, connnesso al pericolo che le relazioni di tutti i parlamentari, a questo punto, siano attaccabili e divulgabili in pubblico.
Oltretutto, secondo quanto ha scritto il quotidiano Libero nei giorni scorsi, pare che negli oltre settemila messaggi distribuiti sulle piattaforme di filesharing – 1.2 Gigabyte di materiale – siano spuntate anche alcune foto hard che ritrarrebbero “una donna senza veli e in atteggiamenti inequivocabili di autoerotismo”. Naturalmente, una volta scoperchiato il pentolone la maggiore indiziata di questo nuovo voyeurismo 2.0 è proprio la povera deputata 26enne di Rimini, che non ha mancato di difendere la propria onorabilità.
“Quello che è successo è aberrante, Si cerca di screditarmi da un punto di vista personale perché non hanno nulla dal punto di vista politico”, questa l’autodifesa di Giulia Sarti, parlamentare tra le più attive del MoVimento 5 Stelle, che, nonostante si trovi a Montecitorio da un paio di mesi, sta conducendo con merito battaglie contro il problema delle mafie.
Oltre agli aspetti più squallidi della vicenda, però, emergono anche alcune conversazioni della deputata con l’ex parlamentare Idv Pancho Pardi, il quale avrebbe visionato alcuni curricula segnalati dall’attivista M5S, i quali sarebbero stati poi inoltrati a Marco Travaglio che si sarebbe premurato, in caso di giudizio positivo, di somministrarli al vaglio di Beppe Grillo. Il tutto, per assumere alcuni collaboratori che avrebbero dovuto supportare l’attività parlamentare dei neoeletti del MoVimento.
Durissimo il capogruppo al Senato grillino, Vito Crimi: “Non abbiamo ricevuto alcun sostegno da parte dei garanti di questo Paese. E’ un attacco ignobile che nulla ha a che vedere con la politica”. A stretto giro, è arrivata la solidarietà della presidente della Camera Laura Boldrini, che ha scritto sul proprio profilo Facebook: “L’azione di hackeraggio che alcuni pirati informatici avrebbero messo in atto ai danni di rappresentanti del Movimento 5 stelle, violando le loro caselle private di posta elettronica, è gravemente lesiva dei diritti e delle prerogative dei parlamentari.”
Giulia Sarti ha anche diffuso un video con l’altro parlamentare che sarebbe rimasto coinvolto nell’operazione di hackeraggio alle mail grilline Stefano Vignaroli.
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